La Sicilia abbattuta dal maltempo. Questo è il tema ricorrente delle ultime giornate che hanno visto Catania sopraffatta, sovrastata e messa in ginocchio dal brutto tempo.
Le avverse condizioni meteo che in Sicilia hanno contraddistinto i giorni scorsi hanno causato innumerevoli danni e anche morti. Per questi motivi i sindaci dei vari comuni del capoluogo etneo, Pogliese compreso, hanno disposto la chiusura di scuole, uffici pubblici ed esercizi commerciali di beni non essenziali.
Per i prossimi due giorni quindi si intimano i cittadini a limitare il più possibile gli spostamenti.
Secondo quanto dichiarato dal Capo della Protezione Civile di Catania il peggio deve ancora venire. Ieri infatti, in una riunione in prefettura, Fabrizio Curcio ha così esordito: «Completare gli interventi in corso e prepararci al previsto peggioramento: siamo qui per supportare la risposta di protezione civile sul territorio».
A fronte di quanto si prevede dunque per la serata/nottata di oggi e per la giornata di domani, il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha deciso di deliberare lo stato di emergenza regionale. Ieri difatti, durante una seduta straordinaria convocata al Palaregione di Catania, il governatore siciliano ha chiesto al governo centrale lo stato di calamità nazionale.
Alla riunione del governo ha partecipato anche il capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina che ha relazionato sull’ondata di maltempo che da alcuni giorni sta devastando la Sicilia orientale.
La ricognizione dei danni – per la quale sono già stati attivati gli uffici regionali della Protezione civile, del Genio civile e degli Ispettorati agrari – sarà possibile solo dopo il cessato stato di allerta, che purtroppo potrebbe protrarsi fino a domenica.
«Dal 2018 a oggi, nella lotta al dissesto idrogeologico abbiamo finanziato lavori fino all’ultimo centesimo, per oltre 400 milioni di euro: siamo la prima Regione in Italia per somme erogate. L’azione di difesa del territorio siciliano è stata condotta in modo capillare, distribuendo su tutte e nove le province gli interventi necessari a contrastare frane, esondazioni, instabilità delle infrastrutture e fenomeni di erosione costiera. Ma non basta, non può bastare per un clima che si è velocemente tropicalizzato». Con queste parole preoccupate si esprime Musumeci lasciando spazio allo sconforto.
«E gli interventi ‘ordinari’ nulla possono se in cinque-sei ore si registra la stessa quantità di pioggia che cade, di solito, in sei mesi. Senza interventi straordinari, – continua il presidente – che solo l’Unione Europea può mettere in campo, senza decisioni coraggiose e ormai indifferibili di G20 e Cop 26, ci ritroveremo periodicamente a contare danni e, Dio non lo voglia, altre vittime».
Una persona ancora dispersa e due morti, centinaia e centinaia di interventi effettuati e ancora da svolgere. È questo al momento il bilancio della situazione a Catania. La città si trova in circostanze a dir poco critiche.
«Sono già due le vittime del nubifragio che flagella questa parte dell’Isola, ma una terza persona risulta ancora dispersa. – pronuncia con rammarico il governatore – Ai loro familiari vorrei esprimere il mio più profondo e sincero cordoglio. Atroci sono le immagini che raccontano come si possa morire travolti dall’acqua».
«Strade trasformate in torrenti e campagne in laghi, intere contrade isolate e centinaia di abitazioni allagate, danni incalcolabili a edifici e colture: la Sicilia orientale sta vivendo un fenomeno che temiamo, purtroppo, sarà sempre meno sporadico, con scenari tragici destinati a ripetersi. I cambiamenti climatici, – conclude Musumeci – la fragilità del nostro territorio e la condizione di dissesto, causata spesso dall’intervento dell’uomo, sono fattori che, combinati, possono avere – e lo stiamo infatti constatando – effetti micidiali».