L’instancabile Etna non si ferma e fa di nuovo scalpore
Nel pomeriggio del 13 dicembre, l’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – ha registrato intorno alle ore 16.30 una certa attività stromboliana intra-craterica nel cratere Sud Est dell’Etna.
L’attività si è poi evoluta verso le ore 17.05 con l’apertura di una bocca effusiva alla base della parte occidentale della Valle del Bove a 2.200 m e 2100 m s.l.m. da cui è emessa una piccola colata lavica.
Approfondiamo la questione con il vulcanologo Boris Behncke
Il vulcanologo, nonché ricercatore Boris Behncke, trasferitosi in Sicilia quasi 23 anni fa ci ha gentilmente spiegato l’origine del recentissimo fenomeno verificatosi sull’Etna.
In quanto esperto della nostra amata Etna, ci fornisce un quadro della situazione spiegandoci l’eruzione avvenuta lunedì. La stessa che avrebbe provocato un blocco aeroportuale snodatosi nella mattinata di oggi.
Cosa è accaduto lunedì pomeriggio sull’Etna?
«È successo che è comparso un piccolo punto luminoso a circa 2200 m di quota nella parte occidentale della Valle del Bove. Questo puntino si è rivelato una bocca eruttiva, dalla quale ha cominciato ad uscire, molto lentamente, una piccola colata di lava. Questa, nelle ore successive ha percorso diverse centinaia di metri, avvicinandosi al pianoro in fondo alla Valle del Bove vicino al Monte Centenari. Questa colata era ancora alimentata all’alba di oggi».
L’apertura della bocca effusiva nella Valle del Bove potrebbe essere pericolosa o al contrario sicura?
«La Valle del Bove ha il vantaggio di essere una vasta conca desertica, dove una colata di lava si “perde” senza poter causare danni (se non a qualche alberello isolato). Questa condizione tranne in casi di eruzioni eccezionalmente grandi (come nel 1991-1993) o di tassi di emissione di lava insolitamente alti (come nell’ agosto 1979). Siccome l’attività in corso è estremamente piccola e lenta, la nuova piccola colata non rischia di espandersi molto in basso. Anche se questa attività dovesse andare avanti tenderebbe ad accumularsi nei pressi della bocca, ad alte quote».
L’attività stromboliana dell’Etna registrata dall’INGV intorno alle ore 16.30, ha causato delle scosse sismiche?
«L’attività stromboliana al Cratere di Sud Est era già cominciata il mattino del 4 dicembre, ed è continuata fino a lunedì sera. La peculiarità di questa attività – e di tutto il periodo che va dall’estate ad ora – è che l’attività sismica in zona etnea è quasi completamente assente. Non ci sono le solite scosse sismiche che fanno parte integrale della dinamica etnea. Ciò significa che la montagna attualmente non è sotto pressione com’era durante tutti gli ultimi anni e fino all’inizio della serie di parossismi a febbraio 2021».
Gli ultimi avvenimenti a Vulcano, l’isola che lo scorso mese è stata evacuata per le improvvise attività del vulcano, sono riconducibili all’Etna?
«Non c’è alcun nesso fra i vulcani delle Isole Eolie e l’Etna (o un qualsiasi altro vulcano). Se così fosse, Vulcano avrebbe dovuto eruttare tutte le volte che l’Etna ha fatto intensa attività o in concomitanza con lo Stromboli, invece è rimasto fermo da 130 anni, con alcuni episodi di attività fumarolica intensificata come adesso. Ognuno di questi vulcani ha un suo proprio sistema di alimentazione: quello dell’Etna si nutre da una zona “sorgente” a circa 30 km di profondità, mentre lo Stromboli “pesca” da circa 200 km di profondità».