E’ conosciuto per essere il set della famosa serie televisiva, tratta dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, Il Commissario Montalbano, che da diversi anni va in onda su Raiuno, ma Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, nel Ragusano, è una località sempre più ambita dai turisti grazie alle meraviglie della natura che offre.
La storia
Piccolo borgo marinaro di pescatori sin dall’antichità e propaggine dell’antica colonia greca di Kamarina, ha delle spiagge caratterizzate da roccia e già nell’antichità fu occupato da Arabi, Bizantini e Normanni. Ma l’inizio dell’espansione di Punta Secca si colloca nel Cinquecento, quando venne eretta la Torre Scalambri. Due secoli dopo nacquero i magazzini di pesce e venne costruita la chiesetta di Santa Maria di Porto Salvo.
Dopo il congiungimento attraverso una strada al centro di Santa Croce di Camerina nel 1853 venne costruito il Faro e il borgo divenne sede di case di villeggiatura, di magazzini e anche di attività agricole. Da allora ai giorni nostri sono cambiate tantissime cose e ovviamente a rendere speciale questo luogo non è soltanto il fatto di essere la spiaggia di Montalbano.
Una meta ambita da sempre
La conferma arriva da Rosa Ragusa, membro del direttivo della Pro Loco di Santa Croce Camerina, che spiega come l’arrivo del set della nota serie televisiva abbia contribuito a rendere questo luogo meta ambita da turisti, ma anche come ci sia anche altro a renderlo unico.
«Punta Secca negli anni – afferma la Ragusa – grazie al successo della serie televisiva ha conosciuto un vero successo in termini turistici, in quanto oggi è meta di gruppi di turisti stranieri. Ma Punta Secca come borgo marinaro è stato sempre un punto importante per il turista, consigliato e suggerito, proprio perché è anche paesaggio, mare e buon cibo e anche un piccolo borgo di pescatori, dove esiste un faro di età borbonica tuttora attivo, che rappresenta un vanto per la tutta la provincia ragusana».
Le torri, il tramonto e il buon cibo
Le origini di Punta Secca risalgono al periodo degli Arabi e il suo nome «deve la sua origine al fatto che c’è questa zona di scogli bassi, che quando c’è la bassa marea vede una secca. E’ stata fondata dagli Arabi, che la usavano come zona di approdo, e c’era anche un porticciolo di fronte alla casa di Montalbano. Poi nacquero la Torre Scalambri, che era una torre di avvistamento, la Torre di Mezzo e l’altra, che si trova a Punta Braccetto. Dalla Torre Scalambri si può assistere a un meraviglioso tramonto, c’è il faro, che è uno di quelli più grandi del sud Italia, è alto 35 metri e ancora resiste e funziona. I turisti vengono per ammirare il paesaggio e per mangiare il buon cibo, con il pesce e con le varie trattorie e ristoranti».
La biodiversità e le iniziative per i turisti
Punta Secca è però anche punto di incontro di diversi esemplari di biodiversità, soprattutto «qui da noi avviene la nidificazione di diverse tartarughe, che nel periodo primaverile vengono a depositare le uova nelle spiagge. Per questo motivo la zona è diventata area protetta a livello naturalistico. Percorrendo la costa di Punta Secca si può raggiungere la Riserva di Randello e dall’altro lato si raggiunge Caucana con il parco archeologico».
Il luogo è meta di turisti anche nel periodo invernale «grazie al clima mite Punta Secca si può vivere. Notiamo come il turismo sia cresciuto in periodi fuori stagione, che diventano dei periodi molto piacevoli per poterla vivere per i colori, per il male e per le temperature. La nuovo Pro Loco è stata istituita ad aprile di quest’anno e portiamo avanti dei progetti di promozione turistica e paesaggistica. Quest’estate abbiamo dato spicco al faro con Faro in Festa oppure abbiamo dato prestigio al Pane di San Giuseppe, tipico della nostra zona, con il pane decorato. Le attività per fare venire i turisti da noi non mancheranno».








