L’accesso a pagamento ai Crateri Silvestri sull’Etna, un tema diventato virale, con tantissime polemiche sui social, ma non solo. Il ticket d’ingresso è 5 euro e sul versante che appartiene al territorio di Nicolosi i visitatori annuali montano a circa un milione.
La decisione di rendere l’area fruibile a pagamento è stata presa dai proprietari, il gruppo Russo Morosoli, che gestisce la funivia dell’Etna. La motivazione enunciata dal gruppo è quella relativa alla presenza di grossi cumuli di rifiuti e al fatto che le rocce vengano spostate per disegnare cuori. L’accesso per i residenti in Sicilia rimane comunque libero, ma la polemica non si è fermata.
L’interrogazione parlamentare della deputata Marano
La deputata regionale del Movimento 5 Stelle Jose Marano ha infatti presentato un’interrogazione parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana specificando: «Ho appena presentato un’interrogazione parlamentare per fare definitivamente chiarezza sulla vicenda relativa all’accesso ai Crateri Silvestri dietro pagamento di un ticket da 5 euro. Con questa iniziativa intendo verificare come stanno davvero le cose perché, anche se si trattasse realmente di proprietà privata, siamo di fronte a un patrimonio naturalistico di tale pregio che la sua tutela non può non vedere il coinvolgimento del pubblico. La valorizzazione e la conservazione di un bene per le future generazioni è un compito che l’ente parco regionale dovrebbe svolgere».
Non basta l’esenzione per i residenti in Sicilia
La paura è quella di vedere tutta l’area dell’Etna interdetta, in quanto «mi chiedo quale sarà a questo punto il prossimo passo: vedere l’intero vulcano recintato? Non mi conforta il fatto che dal pagamento di questo ticket siano esenti i residenti in Sicilia e nemmeno la giustificazione che è stata data, cioè la possibilità di garantire con questo contributo economico la piena tutela dell’area. La legge regionale 8/22 che porta la mia firma è stata approvata dal Parlamento siciliano con un preciso intento di valorizzazione turistica del Vulcano».
«L’Etna è Patrimonio Unesco ed è impensabile che si debba pagare per ammirare la sua bellezza. Non fa bene al turismo perché non è imponendo il pagamento di una somma che si valorizzano le nostre bellezze naturali o che si incrementano i flussi turistici».
Morreale (Natura Sicula): «Assurdo pagare un ticket in un’area senza servizi»
Ma non sono mancate le istanze delle associazioni ambientali. Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula, ha in primis sottolineato come l’Ente Parco dell’Etna non sia stato coinvolto dai proprietari.
«Il proprietario non ha concordato – ha detto Morreale – un bel nulla con l’Ente Parco. E’ vero che è proprietario, ma è pur sempre un parco e dentro a qualsiasi parco ogni azione va concordata con l’ente gestore, che adesso sta cercando di capire come procedere. Questi Crateri Silvestri sono un’ancora di salvezza per tantissimi turisti, che raggiungono la Sicilia orientale che vogliono andare sull’Etna. Con questo provvedimento si scoraggiano tante agenzie che devono fare i conti con i costi e ci sarebbe un calo della fruizione».
«Per visitare la natura è assurdo pagare un ticket quando non vengono offerti servizi o viene fatta una pulizia minimale. Il ticket non può deciderlo lui e deve concordare l’opportunità o meno di istituire un ticket, che però deve essere accompagnato da servizi di tutela del luogo. Qui invece c’è una finalità di lucro e non c’è stato neanche un preavviso che avrebbero gradito sia le agenzie che le guide naturalistiche».
Presentato esposto coinvolgendo diversi enti
Natura Sicula ha quindi presentato un esposto per capire bene cosa ci sia dietro questo provvedimento da parte dei proprietari del terreno.
«I Crateri sorsero nel 1892 e furono intitolati al presidente del Cai della fine dell’Ottocento e guarda caso il Cai è un’associazione di escursionisti. C’è quindi una servitù di pubblica fruizione che ha più di un secolo, perché dobbiamo mettere in discussione questa possibilità? Abbiamo presentato un esposto chiedendo ai vari enti coinvolti di verificare la legittimità del ticket e abbiamo coinvolto la Guardia di Finanza, il Comune di Nicolosi, l’Ente Parco dell’Etna e l’Assessorato Regionale al Territorio e all’Ambiente. Tutta una serie di enti che devono verificare se è legittimo questo provvedimento, che creerebbe un problema ai flussi turistici. Questi ultimi quando erano numerosi si riuscivano a canalizzare direttamente lì e a portare ricchezza in quella parte di territorio».