Siccità nella Piana di Catania: come si muovono gli agricoltori?

di Giuliano Spina

La siccità è una problematica che sta diventando sempre più attuale ormai da diversi anni. Sulla Piana di Catania in particolare l’assenza di piogge per diverso tempo e le condutture colabrodo, con tubature ormai in condizioni pietose e con conseguenti dispersioni d’acqua.

Si cerca di interloquire con le istituzioni

La problematica nell’area va avanti ormai da diversi anni e il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori della Sicilia Orientale, Giosuè Catania, ha sottolineato come l’associazione cerchi di interloquire con le istituzioni, sia a livello regionale che a livello nazionale per tutto quello che riguarda il rifornimento idrico, soprattutto per il periodo estivo, nel quale le temperature aumentano.

«Stiamo ponendo per la siccità un problema che riguarda il rifornimento idrico – ha detto Catania – dicendo all’assessorato e al governo che bisogna fare di più per conservare l’acqua e per fare in modo che le dighe possano invasare acqua da poter servire nel periodo estivo, quando bisognerà riprendere le colture di ortaggio a pieno campo, soprattutto nella Piana di Catania, per una produzione agrumicola che deve trovare il suo punto di avanzamento».

I ritardi della semina

Ma i problemi non finiscono certo qui e non riguardano solo la Piana di Catania, perché c’è un ritardo della semina per diversi motivi, come «la natura dei terreni con molta polvere a una certa profondità in alcuni areali dell’Isola. Con un prezzo del grano che non riesce a compensare i costi di produzione molto spesso gli agricoltori pensano se valga la pena o meno poter seminare. C’è una richiesta di attenzione affinché ci sia una serie di interventi per aiutare gli agricoltori a rimanere e a produrre».

La protesta a Bruxelles il prossimo 18 dicembre

L’associazione non sta ferma e opera su alcuni specifici profili: «Intanto abbiamo chiesto gli anticipi della Politica Agricola Comunitaria. Poi il 18 dicembre 5mila agricoltori andremo a Bruxelles con i trattori a contestare la scelta di togliere 86 miliardi di euro dalla Pac per poter alimentare i piani di riarmo e di sicurezza. Stiamo manifestando e per i due anni di siccità che ci sono stati ci siamo adoperati affinché il governo trovasse le risorse per lenire la difficoltà finanziarie che ci sono state. I soldi dati sono stati insufficienti per poter andare incontro alle difficoltà degli agricoltori».

Sulla Piana di Catania la problematica si fa sentire molto «perché ci sono le prime difficoltà che stanno emergendo sia per i cerealicoltori che per le aziende zootecniche, che hanno affrontato una campagna tranquilla. Ma la mancanza di piovosità e le difficoltà nella conservazione dell’acqua creano preoccupazioni per il futuro. Noi staremo sempre sul pezzo affinché le istituzioni stiano attente a queste nostre difficoltà. Si devono saper spendere i soldi e si deve sapere progettare».