Si traccia un primo bilancio di questa Sant’Agata a porte chiuse.
Devoti pazienti
I devoti tacciati da anni – dalla migliore Catania e persino dalla Chiesa – di essere poco rispettosi delle regole si chiudono in un religioso e commosso silenzio. Hanno vissuto Agata da lontano a parte sparuti gruppi che si sono ritrovati davanti alla cattedrale o all’altarino di via Cardinale Dusmet. Qualcuno ha partecipato alle messe celebrate nelle parrocchie di provincia indossando il sacco. Chi non ne ha potuto fare a meno ha deposto il saio presso l’altarino.
Il capo-vara sosta con il sacco in piazza Duomo e fà gruppo
Ma nel dolore odierno di non poter riabbracciare Sant’Agata si crea ancora una lacerazione nel rapporto tra i devoti e il capo-vara Claudio Consoli. Non è la prima volta, accadde già nell’edizione del 2019, quando il cordone tirato dai devoti fece una strada diversa rispetto al fercolo agatino. Diversità di vedute che si ripropongono nella più sobria delle edizioni agatine. Claudio Consoli tra le pagine di Cataniatoday avverte pochi giorni prima la festa: “Non c’è motivo di accalcarsi davanti alla cattedrale, che rimarrà chiusa, o andare in giro con il sacco.” Queste parole non passano inosservate. La massa dei devoti le colgono. A posteriori si potrà valutare se anche il capo-vara sia indicato per dare questo tipo di indicazioni ai fedeli di Agata.
Il 4 febbraio – come da protocollo annunciato – solo due persone, Consoli ed uno dei suoi responsabili, prendono parte all’esposizione delle reliquie nella stessa cappella della Santa. Il capo-vara però viene ritratto a sostare in piazza con il sacco insieme a Benedetto Principato che con lui ha tirato fuori Sant’Agata dal sacello. Il gesto di Claudio Consoli non viene per niente apprezzato. Ha invitato i fedeli a non indossare il saio e a non sostare davanti alla chiesa della Cattedrale, lui invece rimarrà lì in sfregio quasi alle decine di migliaia di devoti che devono mettere da parte le emozioni e la voglia di ritrovare la santuzza. In gruppo a chiacchiarare con altri.
Le incoerenze di un capo-vara che ancora una volta non fa quel che annuncia, come quando – solo pubblicamente – tirò fuori dai responsabili Giuseppe Laudani e lo si ritrovò invece impegnato nelle operazioni di rito al baiardo anteriore del fercolo.
Minacapelli destituito perchè chiese i soldi delle casse agatine per aiutare le famiglie impoverite dal covid
Benedetto Principato compare insieme a Claudio Consoli a vestire il sacco in una piazza Duomo blindata ai devoti. Principato sostituisce il responsabile del fercolo Matteo Minacapelli. Una brutta storia quella di Minacapelli che in ambiente fa’ rumore. Durante il primo rigido lockdown di Marzo, l’ex responsabile del fercolo ha uno scontro durissimo con i vertici agatini. Si lamenta Minacapelli perchè vorrebbe che si facesse di più: propone di servirsi delle finanze derivanti dalla festa e dalle associazioni agatine per aiutare concretamente le famiglie che vanno in crisi economicamente per il Covid. La proposta di Minacapelli non solo non viene accettata ma gli costa anche il posto tra i responsabili del fercolo, per di più, sarà anche messo fuori dal direttivo – di cui fa storicamente parte – dell’associazione Sant’Agata alla Cattedrale.
Questi, ed ancora altri retroscena per questa Sant’Agata 2021, con il nodo del Presidente del Comitato per i festeggiamenti agatini Riccardo Tomasello rimasto “allontanato”. Tomasello tenuto distante dai pochi momenti ufficiali come già preannunciato: assente in cattedrale e alla consegna della candelora d’oro.
Intrighi di corte alla Cattedrale: con Sant’Agata a porte chiuse scompare pure Tomasello