La nostra Isola, si sa, è piena di luoghi incantevoli in ogni suo angolo. Questa volta ci spostiamo nella parte occidentale, precisamente a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, un luogo molto frequentato nel periodo estivo per via della presenza della spiaggia, formata da sabbia bianca e fine, che la rende ideale soprattutto per le famiglie che vogliono trascorrervi le vacanze.
Fondata nel Settecento, ma frequentata sin dall’antichità
Ma San Vito Lo Capo è famosa anche per la sua storia e per la sua ricchezza di biodiversità, una cosa quest’ultima che non si ferma soltanto ai pesci presenti lì. Le sue origini sono parecchio recentirispetto ad altri luoghi della Sicilia, in quanto nata nel Settecento nel territorio demaniale di Erice, tra Capo San Vito e Punta Solanto. Ma vi si trovano anche tracce dell’età paleolitica, mesolitica e neolitica nelle cavità naturali antistanti l’affaccio a mare.
La guida turistica Regina Hundemer, presidente dell’Associazione Guide Turistiche di Trapani, ha raccontato come “l’epicentro” storico di San Vito Lo Capo sia però il santuario.
«Dal punto di vista storico – ha detto la Hundemer – il fatto importante è che prima c’era il santuario e poi il paese. Il santuario sorge in un luogo dove si diceva che era stato martirizzato San Vito, santo emblematico della Sicilia occidentale vissuto nel IV secolo d.C.. Sono chiaramente delle leggende, ma attorno a questo luogo sorse nel Medioevo un posto di pellegrinaggio molto frequentato da tutta la gente della Sicilia occidentale. Le ricerche dicono addirittura che con la cristianizzazione in periodo normanno il pellegrinaggio imitasse quello tradizionale dei musulmani a La Mecca. Questo luogo ha sempre attirato la gente della Sicilia occidentale e questo santuario venne poi fortificato per paura degli attacchi pirateschi nel Cinquecento e poi attirò i pescatori, che dal Seicento in poi abitarono attorno al Santuario».
Luogo anche di pescatori
Come dicevamo la spiaggia è molto famosa «anche perché il mare è ricco di pesci e San Vito Lo Capo rappresenta la punta di chiusura del Golfo di Castellammare. Il paese è un paese di pescatori e quindi il pesce si mangia lì per tradizione. Una tradizione che ha portato il cous cous a essere molto famoso e a essere cucinato a Trapani e dintorni. San Vito Lo Capo ha potuto cogliere ciò utilizzandolo a scopo turistico con il Cous Cous Fest».
Aquile e falchi nelle due riserve naturali
E non finisce tutto qui perché «nelle vicinanze del Comune di San Vito Lo Capo ricade la Riserva Naturale dello Zingaro, divisa con il Comune di Castellammare. Dall’altro lato abbiamo Custonaci, dove ricade la Riserva Naturale Monte Cofano. Ci sono oltre al santuario, che racconta la storia come luogo di pellegrinaggio, e poi diverse tonnare antiche, come quella di Bonagia. Se si viene in primavera o in autunno o in inverno si trova tantissima flora e vegetazione spontanea, come la famosa palma nana, che è simbolo della Riserva dello Zingaro, e poi fiori, come orchidee. Ci sono anche animali di piccola taglia, come l’istrice e il coniglio, e l’aquila del Bonelli o i falchi».







