Revoluzione: «è un titolo emblematico, richiama l’idea che i veri cambiamenti sono il risultato di processi evolutivi spesso faticosi». Si tratta del secondo disco da solista, uscito in digitale il 10 aprile, del cantautore catanese Paolo Miano, anticipato dal singolo Un mazzo di fiori. Un nuovo percorso, nato dall’incontro con Dcave Records e con il produttore Daniele Grasso, che vuole sancire un’importante svolta nella carriera dell’artista siciliano, evidenziano la sua continua voglia di sperimentare.
«Revoluzione è il frutto di una gestazione accidentata – racconta l’artista, che torna con un album dopo dieci anni dal precedente lavoro – durata ben quattro anni, durante i quali ho saputo trarre l’energia necessaria per portare a termine il lavoro proprio grazie agli ostacoli incontrati». Il disco apre con Uomoceronte, un pezzo dal sapore spiritual contemporaneo, che si ispira al protagonista dell’omonimo metalibro dell’autore immaginario Z. Hachiko, in realtà frutto della creatività del grafico Antonio Zagame. Qui Miano vuole invitare ad abbracciare le proprie fragilità senza paura. A seguire Un mazzo di fiori, la seconda traccia blues e rock, che racconta un mix agrodolce di emozioni legata alla visita alla tomba del padre in occasione del ventennale della sua scomparsa.
L’album prosegue con L’equazione di Dirac, un pezzo che vuole dimostrare che tutte le cose dell’universo siano tra loro correlate. I suoi brani godono della collaborazione con il rapper Dinastia, che ha partecipato alla realizzazione di Bad karma blues – un blues pesante dai toni crepuscolari, che racconta la frustrazione di confrontarsi con i propri limiti – e Sparta o Atene?, che ironizza sui «bastian contrario di professione», ovvero quelli che amano il conflitto per partito preso. L’unica difesa, dai toni funk’n’blues, e In questa pelle, funk con rimandi vintage: raccontano, rispettivamente, il tema dell’amore e del fallimento. L’album di conclude con Calati juncu: scritta durante la pandemia, si ispira a un proverbio siciliano – calati juncu ca passa la china – e vuole esprimere la capacità del popolo isolano di sopportare le avversità.
Paolo Miano inizia il suo percorso artistico contribuendo alla ricca scena rock catanese degli anni ’90, per poi prendere una lunga pausa e dedicarsi alla carriera di chimico. L’amore per l’arte, però, lo chiama e sceglie di inseguire la musica a tempo pieno: nel 2013 pubblica il suo primo album, Kokorozashi, disco influenzato dal pop elettro-acustico e che vuole raccontare l’entusiasmo di perseguire la propria strada. Segue la collaborazione con il polistrumentista e programmatore Mario Ferrese, con il quale da vita a Chrome sky, un duo che persegue uno stile più innovativo, che fonda metal, industrial, trance e altre influenze. È l’incontro con Dcave Records e Daniele Grasso – produttore, tra gli altri, di Basile, Afterhours, Twilight singer, RadioSabir – ad arricchire il lavoro di Miano, permettendo di dar vita a un lavoro innovativo, coerente e di grande impatto emotivo.