Pfizer, il colosso farmaceutico statunitense, durante la pandemia si è distinto nel settore dei farmaci grazie alla produzione di vaccini anti Covid-19.
A Catania, nella zona industriale vi è uno stabilimento della Pfizer, dove però non si produce il vaccino contro il virus SARS-CoV-2 bensì l’antibiotico Tazocin. Da parecchio tempo però, l’aria che si respira all’interno della sede catanese è parecchio tesa.
«Pfizer ha sempre pagato e non ha mai rivelato le sue vere intenzioni. I dipendenti fino a poco tempo fa erano ignari della situazione, ma una volta notata la riduzione nei rifornimenti dei lotti, si sono resi conto che stava accadendo qualcosa» dichiara Carmelo Giuffrida, segretario provinciale UGL Chimici di Catania.
L’incomunicabilità crescente tra i lavoratori e il nucleo organizzativo della sede, ha destato non pochi sospetti
«La Pfizer nonostante abbia le sue casse piene – prosegue Giuffrida – ha pensato di realizzare uno stabilimento di grandi dimensioni in Cina, esperimento ultimato di recente. Questa importante decisione, ha inevitabilmente influenzato gli interessi economici della Pfizer in territorio siciliano, dato che con la perdita del mercato cinese ha reso difficile la reintegrazione di questo antibiotico – il Tazocin – non riuscendo ad esternalizzarsi in altri mercati».
La reazione dei sindacati dei lavoratori ha stabilito in un’assemblea del 15 dicembre scorso l’intento di inviare un mandato sciopero
«Le RSU , CGIL, UIL e UGL, a maggioranza, e supportate dalle segreterie territoriali – si legge in un comunicato delle sigle sindacali – volendo dare seguito alla volontà espressa in assemblea dalla quasi unanimità dei lavoratori presenti, proclamano una giornata di sciopero, con blocco delle caldaie per giorno 5 Marzo 2022».
Mentre l’incontro tra le segreterie provinciali RSU e le segreterie nazionali della CGIL è previsto per il 3 febbraio. Quel giorno si deciderà se avviare o meno lo sciopero nello stabilimento.