Dopo la fase di maltempo che nei giorni scorsi ha interessato anche la Sicilia, con piogge insistenti e calo delle temperature, l’Etna si mostra avvolta solo nella parte sommitale da piccole striature di neve che ieri hanno dato il benvenuto al giro d’Italia.
L’attività eruttiva pare ci stia concedendo una situazione di tregua, come spiega lo scenziato, Boris Behncke, che lavora all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania.
Tedesco di origine ma siciliano di adozione o come si definisce lui “neo siculo” in questa intervista parla della situazione di sua Maestà “A Muntagna” che forse per qualche mese sta permettendo a chi ci lavora a tu per tu, di portare avanti alcune azioni, come pubblicazioni e burocrazie varie.
Ma cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi dal vulcano più alto d’Europa?
«Con l’avvicinarsi dell’estate l’Etna si comporta come la tipica mamma siciliana che ha passato tanto tempo in cucina, ha fatto un pasto abbondante, ha pulito tutto e si riposa, ma dopo un pò pensa a cosa preparare. In questo momento si sta ricaricando ed è probabile che i prossimi mesi assisteremo ad una graduale ripresa dei crateri sommitali».
Come affrontare un ritorno dell’attività eruttiva?
Lo scienziato spiega che da 20 dice alla gente di essere preparati ad un’eruzione laterale, che potrebbe toccare le zone abitate.
«Bisogna essere pronti, con una lista delle cose da portare – aggiunge – e soprattutto è necessario mettere in piedi un sistema per gestire le ricadute dei lapilli e della cenere vulcanca, condiviso da tutto il territorio etneo per avere mezzi e metodi adeguati per la rimozione, stoccaggio e anche riuso».
« C’è un’assenza di volontà di agire in maniera preventiva perché la prossima volta che cadrà la cenere torneremo a disperarci», conclude Behncke.
Modello giapponese
Il modello giapponese secondo il vulcanologo, è un sistema funzionante, con la creazione di un autoparco di mezzi spazzatrici che puliscono le strade.
Ogni cittadino è abituato a fare la raccolta, con delle buste specifiche, che gli vengono consegnate, così come i punti di raccolta.
Questo materiale poi viene riutilizzato ad esempio per la costruzione di strade o nuove piste dell’aeroporto.