La Rocca di Cerere a Enna e il mito ancora oggi vivo

di Giuliano Spina

Anche la provincia di Enna presenta, come abbiamo già visto parlando della Torre Ottagonale, alcuni luoghi avvolti nel mistero, sia per via di leggende tramandate che di fatti realmente accaduti che ancora fanno sentire i loro effetti sul presente. La Rocca di Cerere, un complesso roccioso che ricade all’interno di un parco che comprende i comuni di Enna, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera, Villarosa, Leonforte, Assoro, Nissoria, Calascibetta e alcune frazioni dei centri di Nicosia, Pietraperzia e Caltanissetta, ospita infatti il mito di Cerere, che dai Greci era conosciuta come Demetra, e della figlia Proserpina.

Si tratta di un mito che affonda le sue radici in quello del Ratto di Proserpina. Cerere era la dea della Terra, della fertilità e dei raccolti, mentre sua figlia Proserpina venne rapita da Plutone mentre raccoglieva fiori sulle rive del Lago di Pergusa.

La testimonianza di Cicerone è fondamentale

La guida turistica Luisa Gardali ha raccontato la nascita e lo sviluppo di questo mito, sottolineando come quest’ultimo nacque in concomitanza con l’arrivo dei Greci.

«La roccia sulla quale si stabilirono i Greci – ha raccontato la Gardali – si trova all’estremità orientale del monte Enna e si affaccia sulla valle. Era dedicata alla dea delle messi, perché ci si occupava di agricoltura in questo territorio. Affacciandosi da lì lo sguardo vaga tra colline, valli e montagne e si vede di fronte l’Etna, il che rendeva fondamentale questa posizione. Il basamento era roccioso e calcareo e lì vi si trovava il tempio dedicato a Cerere».

«Questa non è una leggenda perché grazie alla testimonianza di Cicerone, che quando cominciò le Verrine alla ricerca del ladro Verre si sa che lui arrivò a Enna per rubare due grandi statue che si ponevano proprio sulla rocca, quella di Demetra e quella di Trittolemo, che era il suo condottiero. Ci sono queste tracce e sono state messe al sicuro le colonne di questo tempio, che ora si trovano al museo Alessi, adiacente al duomo di Enna».

La leggenda riguardanti l’animo degli ennesi

Attorno a questa rocca c’è il percorso della via sacra, «che facevano sacerdotesse e pellegrini per arrivare al di sotto della rocca di Cerere per compiere questi riti e questi sacrifici con altari e depositi ex voto. Sono state trovate molte fornaci dove si cuoceva. Enna è legata a questo mito perché si dice che Demetra perse sua figlia Kore. La scomparsa di sua figlia Kore, conosciuta anche come Proserpina, avvenne vicino al lago di Pergusa e Cerere gridava il suo nome».

«La leggenda dice che nell’animo degli ennesi quando succede qualcosa la prima invocazione è per lei. La dea Cerere la cerca dappertutto accendendo una fiaccola per illuminare il suo cammino durante la notte e poi comincia a scatenare una carestia finché Zeus le dice che la figlia è stata trascinata all’interno degli inferi. Il dio degli inferi la fa tornare sulla Terra per sei mesi, spiegando la primavera e l’estate, ma gli altri sei mesi li deve trascorrere negli inferi con il marito».

Gli studi recenti

La Rocca di Cerere è ancora legata a questo mito e gli studi recenti dicono che «al centro di questo spazio ci fossero le tracce dei solchi, ovvero le basi delle sculture, e l’altare. Man mano con il tempo e con le piogge però la roccia si trasforma e vanno scemando».