Siamo in Sicilia, nel 1282. Il panorama politico era instabile, Carlo I D’Angiò era visto come un oppressore contro la supremazia che i Normanni avevano donato al popolo siciliano. I dominatori francesi erano arroganti, insolenti e lasciavano scontare ai siciliani le conseguenze del pessimo governo.
Il lunedì dell’Angelo, all’ora del Vespro, qualcosa stravolse per sempre l’animo ferito dei siciliani. Un evento cambiò la storia: la rivoluzione dei Vespri siciliani fu uno dei capitali più sanguinari che vide l’Isola. Una volta che i ribelli uccisero i francesi a Palermo, Carlo I D’Angiò sbarcò sull’isola e assediò Messina nel tentativo di avanzare verso il centro della Sicilia. La città era stremata e le truppe francesi non risparmiavano neanche donne e bambini.
“Vento di Libertà”: così Lelio Bonaccorso racconta la resistenza siciliana
Il simbolo della resistenza siciliana contro le truppe di Carlo I D’Angiò sono due donne: Dina e Clarenza. Di guardia alle mura della città nella notte in cui i francesi tentarono di invadere la città dai colli, le due donne scagliarono sassi contro i soldati nemici. Clarenza suonò le campane del campanile del Duomo svegliando così tutta la città: i messinesi accorsero a difesa della città e respinsero l’attacco.
Una storia di coraggio e determinazione tutta al femminile per la graphic novel edita da Tunué “Vento di Libertà” di cui Lelio Bonaccorso, fumettista messinese, è autore ed illustratore.
«È un mio obiettivo preciso utilizzare il nostro incredibile patrimonio culturale che va oltre lo stereotipo della mafia e del buon cibo – racconta Lelio Bonaccorso – Quando ho letto la cronaca dei Vespri Siciliani ho pensato che fosse perfetto per scriverci su una graphic novel. Una rivoluzione popolare un po’ volutamente dimenticata perchè dà un’immagine dei siciliani non indolente bensì di un popolo che prende in mano il proprio destino e si ribella».
«Io sono messinese – sottolinea il fumettista – e dunque era perfetto raccontare la storia di due figure leggendarie della mia città. Una storia di emancipazione femminile che ha come sfondo la Sicilia contro la classica propaganda che vede di continuo donne raccontate da uomini in termini degradanti. Ma la realtà non è questa e io voglio dimostrarlo».
Amore e libertà
Amore e libertà. Due concetti tormentati che Lelio Bonaccorso ha alleggerito attraverso i disegni per raccontare la Sicilia che grida all’ingiustizia. Tormentato è l’amore che unisce Dina e Jacques. Lei una popolana autoctona, lui un nobile francese. Appartengono a due mondi opposti, a due culture differenti. La morte pressa di continuo sul loro amore. Estenuante, per i siciliani, è riappropriarsi della propria libertà.
«Ciò che volevo era parlare della Sicilia ad un pubblico che non fosse siciliano. I Vespri non è una storia localistica, bensì un tassello fondamentale dell’identità dei siciliani. Basti pensare che le donne combattevano accanto agli uomini. Insomma la parità di genere in realtà è più antica che contemporanea», dice Lelio Bonaccorso.
«Sono l’esempio che rimanere in Sicilia ma lavorare anche da qui è possibile. Una delle grandi tragedie che vive l’Isola è proprio l’immigrazione. Per questo motivo scelgo accuratamente di incentrare i miei lavori sulla Sicilia e di collaborare con esordienti messinesi come nel caso di “Vento di Libertà”. I fumetti sono un linguaggio meraviglioso, capace di veicolare qualsiasi messaggio: così cerco di valorizzare la Sicilia».
E nella mente di Lelio Bonaccorso c’è già un altro progetto sulla Sicilia, ma ai giorni nostri.