La celiachia, una patologia che provoca una reazione immediata da parte dell’organismo a seguito dell’assunzione di glutine di tipologia auto immune portando a un’infiammazione cronica dell’intestino tenue. Negli anni la celiachia, malgrado fosse abbastanza diffusa, è stata sottovalutata in genere dalla popolazione italiana e ancora non è tenuta adeguatamente sotto controllo.
Una patologia spesso sottovalutata
Anche l’assunzione di glutine spesso non viene considerata adeguatamente rischiosa da alcuni ristoratori, che non producono ancora alimenti senza glutine, in particolar modo le pizzerie. La biologa nutrizionista Manila Cacopardo ha illustrato come questa patologia spesso venga sottovalutata e come in molti ancora non sanno di esserne affetti.
«La celiachia molto spesso – ha detto la Cacopardo – viene sottovalutata, ma bisogna capire che è autoimmune e cronica. Sento parlare alcune persone che dicono di fare un dieta senza glutine pur senza avere la celiachia, questo è del tutto sbagliato. In primis perché se una persona non è celiaca non ha motivo di eliminare il glutine, ma anche perché si falserebbe la diagnosi finché la stessa diagnosi non c’è. La dietoterapia è l’unica oggi possibile e si deve capire che la prevalenza della celiachia riguarderebbe secondo le indagini circa 600mila casi dei quali però solo 265mila sono diagnosticati».
L’iter per la diagnosi
Si fare quindi un iter ben preciso per la diagnosi, ovvero «andando a fare la ricerca degli anticorpi specifici, che devono essere positivi. Per avere in seguito la conferma si fa una biopsia successiva a gastroscopia. Nel momento in cui si scopre la patologia si fa una dieta a base di cereali senza glutine, quindi noi non dobbiamo eliminare dalla nostra alimentazione le fonti di carboidrati, che dovrebbero rappresentare il 60 % del nostro fabbisogno calorico giornaliero. Bisogna altresì scegliere delle fonti di carboidrati senza glutine, come il mais, il riso, il grano saraceno, le patate. La cosa importante è non consumare glutine perché si creano danni a livello intestinale e il sistema immunitario attacca delle piccole strutture che rivestono l’intestino tenue».
Cosa accade spesso in studio?
A quel punto la dinamica diventa la seguente: «Una persona potrà avere anche un problema di malassorbimento ed è importante fare la dieta senza glutine. Spesso bisogna fare attenzione anche alle stoviglie perché la soglia di tollerabilità del glutine è di 20 parti per milione, quindi pochissimo. Le madri quando vengono in studio con i figlio mi chiedono se servono delle pentole apposite e io rispondo di no, anche se bisogna fare attenzione ai manici o comunque alle parti più laterali della pentola, dove possono rimanere incastrate delle parti di cibo contenenti glutine. Quando invece un genitore è celiaco e l’altro no mi chiedono se il loro figlio è celiaco. E’ sbagliato eliminare il glutine perché non è detto che il bambino sia celiaco e bisogna vedere se ci sono delle sintomatologie».
I danni intestinali
Da un punto di vista intestinale i danni sono comunque tanti, in quanto «una persona celiaca non sapendo di esserlo consuma glutine ci possono essere problemi di diarrea, di perdite di peso e di malassorbimento, che non si deve mai sottovalutare, perché può andare a causare danni agli organi, soprattutto al sistema nervoso, all’apparato riproduttivo o alle ossa. La diagnosi fa sempre fatta con l’iter corretto e poi con la conferma tramite la biopsia. Non si vanno a fare test di intolleranze alimentari perché non sono validati scientificamente. Le uniche problematiche reali sono la celiachia legata al glutine e l’intolleranza al lattosio, che è pericolosa per chi ha una concentrazione di lattasi bassa. Non esistono intolleranze ai frutti e c’è molta disinformazione».
I nuovi studi
Alcuni si sentono dire dal proprio medico di base di non consumare glutine e in merito a ciò «questi pazienti non sapranno mai se hanno la celiachia se non faranno mai la ricerca degli anticorpi. La celiachia non è una moda o un trend, ma di una malattia che va trattata come tale e anche i punti di ristoro devono fare attenzione alle contaminazioni. Un nuovo studio dello scorso anno ha analizzato nuovamente la dannosità del tostapane, che prima veniva definito come un elettrodomestico dannoso. Adesso anche tostando il pane senza glutine dopo che lì vi si è tostato il pane col glutine non si raggiunge la soglia minima delle 20 parti per milione».








