Fra i tesori artistici della nostra Isola c’è anche il Castello Maniace, uno dei simboli dell’isola di Ortigia a Siracusa. Costruito nel periodo dell’imperatore Federico II di Svevia, che affidò la realizzazione all’architetto Riccardo da Lentini, fu costruito fra il 1232 e il 1239.
Dopo aver ospitato la sede del Parlamento siciliano nel Trecento e le regine nel periodo degli Aragonesi nel Cinquecento venne adibito a prigione e nel secolo successivo fu oggetto di restauri. A inizio Settecento però avvenne l’evento più “traumatico” della sua storia, ovvero il fortissimo temporale che distrusse la polveriera interna, le torri di avvistamento e un intero piano.
A seguito di questo tragico evento ben 33 soldati spagnoli morirono e l’architetto Carlos De Grunembergh fece costruire la fortificazione nota come Forte della Vignazza.
Costruito da Federico di Svevia, ma pensato dai Bizantini
I particolari storici di questa struttura li mostra la guida turistica Pietro Piazza, che spiega come le origini di questo castello risalgano al periodo bizantino, in quanto «si pensa che l’idea di costruire il castello – afferma Piazza – fu del generale Giorgio Maniace, da cui prende il nome, quando conquistò la Sicilia nel 1043. Nel 1232 Federico di Svevia fece costruire questo castello, che nacque in realtà come edificio di rappresentanza. Ci sono delle peculiarità tipiche dei castelli federiciani in Sicilia, dato che nelle fonti viene nominato l’architetto Riccardo da Lentini».
La geometria del castello
La geometria del castello «è la perfezione che ti avvicina a Dio. La geometria era tra le più importanti scienze e con Federico si tornarono a studiare le fonti classiche, con i cantori in lingua volgare a Palermo. L’origine del castello è culturale e l’imperatore lo collocò in una zona perfettamente visibile come la punta estrema di Ortigia. La forma geometrica è di 64×64, con quattro torri circolari a ogni angolo, e all’interno vi era una grande sala colonnata con volte gotiche. Artisticamente la ripresa dei temi di stampo germanico arricchisce il quadro».
I fatti dopo il temporale di inizio Settecento
Ma il temporale di inizio Settecento portò la struttura a cambiare: «Le volte erano 8, ma ne sono rimaste solo tre, perché a inizio Settecento gli spagnoli vi custodivano le loro munizioni. Nel 1706 un fulmine cadde dentro il castello causando l’esplosione della polveriera. In questo modo solo una parte della sala colonnata a restare in piedi. Ci sono comunque uno stupendo portale in marmi colorati che proviene dall’utilizzo dei monumenti antichi di Siracusa. A ciò si aggiungevano due mensole oggi vuote e che a destra e a sinistra avevano due statue di bronzo, denominate Arieti di Siracusa. Questi due Arieti però furono portati da Guglielmo Raimondo Moncada a Palermo per collocarli sulla facciata del Palazzo Reale di Palermo».
«Uno di questi venne distrutto durante la rivoluzione nel 1848 e l’altro è stato spostato al Museo Salinas di Palermo, in quanto grande esempio di plastica ellenistica. Dopo il portale troviamo lo stemma del re Filippo II e del castellano dell’epoca».
L’attuale forma del castello
L’attuale forma del castello «consiste in una struttura architettonica con tutti i blocchi collocati uno sopra l’altro e tutti marcati con simboli diversi, quelli dei lapicidi, che lavoravano i blocchi per poi portarli alla fabbrica del Castello Maniace. Portavano questi simboli per farsi pagare. Questi simboli sono su tutti i blocchi di pietra, mentre nei piani inferiori ci sono il bagno della regina con la vasca, per il quale si dice che la moglie di Federico II si lavava».
Federico II Stupor Mundi
«Federico II era chiamato lo Stupor Mundi sia perché era un intellettuale che perché si lavava, una cosa che per la chiesa era inconcepibile. Nel lato opposto c’è una serie di stanze che sono state interpretate come appartamenti imperiali. In queste stanze si trovano dei conci di pietra su cui sono rappresentati dei volti. Gli Angioini furono in seguito i primi a trasformare il castello in una fortezza».