Il mercato immobiliare è in continua evoluzione e tocca diversi aspetti e diverse variabili che dobbiamo tenere a mente quando decidiamo di acquistare una casa. Inoltre negli ultimi anni cresce anche il fenomeno delle case green, edifici progettati e in seguito eretti, ma in alcuni casi anche riqualificati, per essere ad altissima efficienza energetica riducendo allo zero il fabbisogno di energia, con l’utilizzo delle fonti rinnovabili e con un impatto ambientale minimo.
La nuova direttiva europea
L’idea di avere una casa green stuzzica e non poco, in particolare chi si augura che le emissioni nell’aria di sostanze che non permettono una buona sostenibilità ambientale si riducano in modo considerevole, ma c’è da considerare anche la nuova normativa europea. Quest’ultima, entrata in vigore nel mese di maggio dello scorso anno, prevede innanzitutto una distinzione nel trattamento tra gli edifici residenziali e quelli non residenziali, nello specifico riguardo al consumo di energia, ma anche tante altre cose.
Cosa fare nello specifico?
Il consulente immobiliare Remax, Alessandro Fornaio, ha mostrato nel dettaglio quali sono le direttive dell’Unione Europea, che hanno delle scadenze.
«La direttiva europea – ha detto Fornaio – impone entro delle scadenze fra 2033 e 2035 di portare gli immobili a una classificazione energetica almeno alla categoria D. Per noi che in Italia abbiamo tanti immobili storici, dove queste classificazioni non raggiungono la categoria D, è inevitabile metterci in allerta. C’è del tempo entro il quale risolvere la questione della prestazione energetica, ma è anche vero che gli interventi da fare per questo non sono così importanti. Sostituire gli infissi o le caldaie e mettere i termostati sui termosifoni fa salire di almeno due categorie rispetto a quelle che sono più basse».
Classificazione energetica oggetto di discussione e azione delle banche
La classificazione energetica bassa è stata oggetto di discussione anche in diversi meeting, in quanto «ha creato una dislivello nella valutazione degli immobili. Quelli superiori alla classificazione energetica D avranno un valore di mercato attuale, mentre invece quelli di categoria E, F e G avranno una svalutazione di almeno il 15 % rispetto al valore di mercato attuale. Un piccolo accorgimento nella ristrutturazione negli infissi per aumentare la classe energetica può sicuramente mantenere l’immobile su un valore di mercato più attuale».
Ma non finisce qui perché «l’orientamento verso queste migliorie viene deciso anche dalle banche, perché i mutui green con scontistiche e tassi rispetto a quello che richiedono mediamente le banche sono dedicati a questo tipo di immobili. La tendenza per questo motivo va sempre più verso il green. Chi vende se vuole mantenere alto il valore di mercato è quasi d’obbligo fare questo tipo di accorgimento, mentre per chi acquista dobbiamo attenzionare gli immobili che hanno una classificazione energetica bassa. Fare attenzione all’acquisto è molto più importante oggi rispetto a 5 anni fa».
Intervenire il prima possibile per prevenire
La questione però ancora non fa sentire i suoi effetti, perché «non si avverte ancora tanto ed è una proiezione per i problemi che nasceranno fra 2033 e 2035, ma ovviamente agire adesso per essere preparati per il futuro è una cosa intelligente e da prendere in maniera seria. La costruzione su una zona geologica con determinati requisiti è competenza di tecnici, ma questo non inficia la costruzione green, che deve essere autosufficiente. Alcuni clienti miei hanno direzioni su costruzioni autosufficienti al 100 %, con riserve d’acqua autonome o impianto fotovoltaico che soddisfa le esigenze dell’intero immobile».








