Con l’avvento e la crescita dello smart working e il lavoro sedentario che aumenta a dismisura ci si chiede spesso se chi lavora in ufficio, e sta quindi sempre seduto, potrebbe avere alla lunga dei problemi di salute e quindi dei dolori.
Secondo alcuni studi infatti lo stile di vita sedentario, anche a lavoro, evidenzia un collegamento fra i problemi di salute e uno stile di vita caratterizzato da una scarsa attività fisica. A questo proposito l’Agenzia Europea per la Sicurezza e per la Salute sul Lavoro ha fatto stilare una relazione riguardante la portata del fenomeno del lavoro sedentario e i suoi effetti sulla salute di ogni individuo.
Questi studi hanno evidenziato come il mantenimento della posizione da seduti si definisca prolungato quando ha una durata di almeno due ore. Le caratteristiche principali sono tre: un basso consumo energetico, la postura seduta del corpo e un lavoro muscolare nel quale serve uno sforzo fisico per mantenere la stessa posizione. I dati, relativi al 2023, hanno mostrato come il 39% dei lavoratori dell’Unione Europea svolga la propria attività lavorativa da seduto e come il 18 % degli adulti stia seduto per più di sette ore e mezza complessive durante la giornata.
Il parere dell’osteopata
L’osteopata Dottor Alessandro Melia a tal proposito ha mostrato come la staticità del corpo giochi un ruolo importante per tutte le persone che lavorano da sedute. Oltre a ciò ha parlato anche di alcuni rimedi in tal senso
«Quello che accomuna – ha detto Melia – le persone che stanno sedute mentre sono al lavoro è una certa stasi dei tessuti del sistema muscolo scheletrico e dei liquidi in esso contenuti. Ciò di cui il corpo ha bisogno per eccellenza è il movimento e la libertà di esso. Così si abbassa la soglia del dolore e si migliora la qualità della vita. Quando una persona si ritrova a stare per almeno 8 ore, la maggior parte delle volte da seduta, le strutture del corpo fatte per sostenerci e tenerci in attività perdono la funzionalità. Da necessità nasce capacità. Il corpo ne risente sia tramite rigidità che tramite perdita di funzione a livello articolare e muscolare e tramite il dolore».
I meccanismi di propagazione del dolore nel corpo sono molto particolari e in questo senso l’osteopatia svolge una funzione davvero importante.
«Oltre alle sedentarietà c’è anche lo stress lavorativo – prosegue Melia – che diventa anche psicologico e metabolico. La somma di questi meccanismi aiuta il dolore creando un circolo vizioso che li alimenta. L’osteopatia tratta questi problemi perché ci sono meccanismi che rilasciano le ghiandole particolari del corpo, come il cortisolo quindi lo stress entra in gioco nella percezione dei dolori. I neurotrasmettitori vengono captati dalle vie afferenti al dolore e dai tessuti andando a ridare una mobilità agli stessi e agendo sulla causa primaria, quindi su determinate compressioni del corpo ben specifiche che caratterizzano chi lavora al pc».
Ecco cosa serve per chi lavora in azienda
Per prevenire queste cose servirebbe una maggiore collaborazione tra gli enti e le figure osteopatiche.
«Chi lavora al pc soffre di dolori cervicali e lombari – conclude Melia – perché se non ci muoviamo in maniera costante e non aggiungiamo attività fisica alla nostra quotidianità, la sedentarietà agisce anche sul sistema cardiocircolatorio che fatica ad apportare il giusto apporto sanguigno. Quindi c’è la cervicalgia perché si mantengono spesso posture sbagliate, si sovraccarica la muscolatura della cervicale e si sentono mal di testa e affaticamento agli occhi. Le curve fisiologiche della colonna si annullano mentre si sta seduti e i cambiamenti nella postura e nella funzionalità della colonna ci possono essere sin dall’inizio. Sono questi spunti importanti per parlare di collaborazioni tra aziende e figure come osteopati, che spesso mancano. I trattamenti osteopatici diminuiscono del 20-30 % le assenze per malattie dei dipendenti delle aziende e si migliora la produttività».