In ogni relazione, volenti o nolenti, c’è sempre un prezzo da pagare. A volte fatto di compromessi, a volte di silenzi inghiottiti, a volte di scelte che ti segnano. L’amore non è mai soltanto sentimento: è anche trattativa, è un costante gioco di dare e avere. Ma noi quanto siamo disposti a cedere? E quanto contano i soldi – o il potere che essi evocano – nel decidere il nostro partner? E’ proprio qui che s’interroga Material Love (Materialists), il nuovo film di Céline Song. Dopo Past Lives, in cui l’amore era legato al rimpianto per le strade non percorse, la regista si sposta su un terreno più spietato: quello del capitalismo dell’amore.
Criteri economici per valutare i sentimenti
In un mondo in cui tutto è merce, anche i sentimenti si valutano secondo criteri economici, come se il cuore fosse un bene da vendere al miglior offerente. Lucy (Dakota Johnson) ne è la perfetta incarnazione. Matchmaker di successo a New York ha fatto del bisogno di connessione un lavoro lucido e fruttuoso: profili, parametri, compatibilità socio-economiche. L’amore diventa algoritmo, la passione si traduce in percentuali. Lei stessa sembra essere convinta che valga solo ciò che si riesce a quantificare.
Ma al matrimonio di una coppia che ha “matchato” incontra i due uomini che la metteranno alla prova: John (Chris Evans), l’ex che ha amato e lasciato perché troppo povero, e Harry (Pedro Pascal), l’uomo che seguendo i parametri di mercato è ricco e fascinoso, il compagno perfetto per una vita priva di dubbi.

Lucy è combattuta
Lucy si ritrova così sospesa tra due alternative: l’amore che non garantisce sicurezza, ma le parla più sinceramente, e la relazione che assicura continuità, prestigio e potere sociale. Insomma, un conflitto esistenziale prima che un conflitto romantico: non riguarda soltanto chi amerà, ma chi deciderà di essere. Céline Song racconta questa tensione con uno sguardo ironico e malinconico.
Non c’è mai alcun giudizio nei confronti dei protagonisti, piuttosto un’osservazione quasi clinica: come se guardassimo i personaggi muoversi in un laboratorio dove il desiderio è costantemente contaminato dal calcolo. Il capitalismo dell’amore, in fondo, è questo: un sistema che ci abitua a pensare le relazioni come investimenti, a catalogare l’altro in base a profitti e perdite, a trasformare l’affetto in contratto tacito. Le interpretazioni si sviluppano intorno a questo nodo: Dakota Johnson è perfetta nel mostrare la vulnerabilità dietro l’efficienza, Evans è un ex che non smette di ferire e commuovere, Pascal un ambiguo magnete, che affascina proprio perchè è il potere che tutti temiamo e desideriamo.
Amore fuori dalle logiche di mercato?
Materialists è una commedia che sicuramente ci farà pensare, capace di mescolare sarcasmo e tristezza con interrogativi che ci riguardano tutti: possiamo davvero pensare all’amore fuori dalle logiche di mercato? Possiamo amarci senza dover negoziare tutto? E quando ci troviamo davanti a un ex che torna e a una nuova occasione che ci promette stabilità, siamo davvero liberi di scegliere… o è il capitalismo a scegliere per noi?
Materialists, uscito al cinema il 4 settembre 2025, arriverà presto anche su Prime Video: un’occasione in più per lasciarsi provocare da Céline Song.
Sveva Adele Scocco