Vaccinazioni per i nostri animali: quando è consigliato o obbligatorio?

di Giuliano Spina

Le festività natalizie stanno ormai entrando nel vivo, ma la salute dei nostri amici a quattro zampe è sempre nei nostri pensieri, sia per le temperature basse e perché no anche per i botti che si spareranno durante la notte di Capodanno. Ma a ciò si aggiunge anche il problema relativo alle vaccinazioni, utili e fondamentali per prevenire le malattie che possono causare gravi danni al loro sistema immunitario e più in generale al loro corpo.

Mancanza di stagionalità per i vaccini

Il veterinario appassionato di divulgazione Mirko Ivaldi ha parlato degli accorgimenti che si devono prendere quando si devono effettuare le vaccinazioni per i nostri animali e di come sempre le vaccinazioni non abbiamo una stagionalità.

«Non c’è un periodo ben preciso per le vaccinazioni – ha detto Ivaldi – e la legislazione sia italiana che europea non ha ancora un obbligo, ma è solo caldamente consigliata. Esiste un’associazione veterinaria scientifica, la Sawa, che rilascia le linee guida specifiche per la malattia e per le vaccinazioni. Alcune malattie chiaramente vedono il consiglio di vaccinare e sono quelle più pericolose e più impegnative, che se non si vaccina rischiano di dare grosse problematiche, sia a livello diretto che a livello di vaccinazione generale come indebolimento. La malattia può non rovinare l’animale, ma può fare dei danni a livello generale. Le vaccinazioni si iniziano da cucciolo, con due interventi vicini, come la seconda, che è chiamata booster e che serve per un vero e proprio aumento degli anticorpi per una malattia, e poi di solito si fanno periodiche. Attualmente per una parte delle malattie la Sawa consiglia il richiamo ogni tre anni. Ma particolari situazioni locali, con virus che può circolare prevedono un richiamo più ravvicinato».

Vaccinazioni sconsigliate

Quest’ultimo caso riguarda «l’accesso a scarichi fognari o verso animali che viaggiano parecchio la frequenza del vaccino può arrivare anche a sei mesi. Questo ovviamente lo decide il veterinario. Poi ci sono vaccinazioni che stante l’attuale situazione epidemiologica non sono consigliate e che si fanno solo in caso di pericolo a livello locale. Anche in questo caso un qualsiasi veterinario sa il potenziale rischio che c’è e consiglia o meno. Altre vaccinazioni sono sconsigliate perché non hanno ancora un’efficacia paragonabile a quella degli altri vaccini».

Cosa fare in caso di viaggi?

Ma c’è da considerare anche un’altra cosa, ovvero «per chi viaggia molto, quella per la rabbia, che non è considerata obbligatoria per un animale che rimane dentro al territorio italiano. Un cane che per esempio sta a casa e gira i giardinetti o un gatto che gira in appartamento non vedono l’obbligo di vaccino. Ma se ci sono casi rabbia in ambiente selvatico la vaccinazione diventa addirittura obbligatoria. Stesso obbligo per animali che vanno all’estero, specialmente in quei paesi in cui la rabbia non c’è e nei quali oltre a una vaccinazione entro qualche giorno richiedono anche un’assicurazione che attesta che l’animale arriva con talmente anticorpi da non portare la rabbia. Nei paesi in cui la rabbia è ancora endemica si deve garantire che a prendere la rabbia non siano pure le persone».

E per chi viaggia per le mostre?

Per i cani che partecipano alle mostre canine il consiglio è quello di «vaccinare l’animale un mese prima della mostra e poi di andare con una cadenza ogni tre anni. Dipende anche da quale vaccino è stato usato per vedere se fare il vaccino ogni tre anni e o ogni anno. Per i gatti di appartamento il rischio non è zero perché il proprietario può portare un virus che rischia di attaccare il gatto, quindi il richiamo è meglio farlo. Quando l’animale è allergico al vaccino consiglio sempre il controllo del veterinario».