SILENT BOOK…Silenzioso a chi?
Avrete sicuramente sentito parlare o ritrovato tra gli scaffali delle librerie la dicitura “silent book”, riferita ai libri senza parole. Tradotta letteralmente questa dicitura significa appunto “libri silenziosi”.
Tale denominazione in realtà, ormai diffusissima e tutta italiana, non rappresenta perfettamente la grandiosità di questa tipologia di albi illustrati, e spesso è discutibile tra i vari studiosi di letteratura per l’infanzia. Per questa ragione, molti preferiscono definirli col termine anglosassone “Wordless picture book” ossia “libro illustrato senza parole”.
Non posso che condividere pienamente, perché definire dei racconti per immagini ricchi di vita, di emozioni di “rumore visivo”, “sileziosi” è un ossimoro mal riuscito.
Quindi oggi vorrei parlarvi di alcuni bellissimi WORDLESS PICTURE BOOKS.
Ci troviamo di fronte a libri in cui le illustrazioni sono intense e pullulano di particolari nascosti che spingono il lettore ad osservarne ogni angolo, espressioni e movimenti. Sono libri poliglotti, possono essere letti da tutti, infatti sono stati usati anche a Lampedusa dai volontari per intrattenere i bambini che arrivavano con i barconi.
Sembrerà strano ma sono indicati proprio per stimolare il linguaggio, perché la loro struttura libera da testo, aiuta i bambini ad esprimersi e a focalizzare l’attenzione sulle scene o i particolari che li colpiscono, senza limiti e regole, solo fantasia e spirito di osservazione.
Da anni ormai i libri senza parole godono di grande attenzione e di una fiorente produzione, ma ci sono artisti che possono essere definiti i “padri” o i “maestri” dei wordless picture books. Mi riferisco specialmente a David Weisner e Suzy Lee. Per parlare di questi due grandi artisti non basterebbe una giornata, ma non posso non citarne le opere più rappresentative.
Nel 2006 viene pubblicato “Flotsam” (relitto), il capolavoro di David Wiesner, che vede come protagonista un ragazzino biondo che trova una macchina fotografica in spiaggia e dopo aver fatto sviluppare i negativi scopre un mondo sottomarino ricco di vita e personaggi bizzarri, che catapultano lui e il lettore in scenari incantati. La scoperta più affascinante sta nell’ultima foto, che ritrae una ragazzina con in mano un’altra foto che ritrae un bimbo con in mano un’altra foto…e così via, comincia una matrioska di foto dentro foto e il nostro protagonista farà lo stesso con un autoscatto che lo immortala con in mano la foto della ragazzina. Può adesso rigettare la macchina in mare e dare continuità a questo gioco di immagini e tesori nascosti. Un libro senza dubbio geniale in cui gli acquerelli di Wiesner fanno regnare incanto, bellezza e mistero.
Tutti i libri di Wiesner godono del suo occhio cinematografico che inventa universi fantastici talmente perfetti da sembrare veri. I suoi soggetti e le sue storie sono così strambe da colpire e magnetizzare l’attenzione dei piccoli lettori e sorprendere gli adulti.
Tra le sue opere maggiori “Martedì” (ed. Orecchio acerbo) , “Sector 7” (Edizioni Il Punto d’incontro), “Mr. Ubik” (ed. Orecchio acerbo).
Arriviamo a Suzy Lee, autrice coreana che ha completamente rivoluzionato il modo di concepire l’oggetto libro, e lo ha fatto diventare parte integrante della narrazione. Nei suoi libri “rivoluzionari” la piega centrale diventa fulcro della narrazione, specchio su cui riflettersi in “Mirror”, confine tra realtà e fantasia in “Ombra”, limite e confine in “L’onda”, probabilmente il più conosciuto. Quest’ultimo è il secondo capitolo della sua “Trilogia del limite” che vede sempre la stessa bambina protagonista, scelta apposta dall’autrice perché afferma di aver bisogno degli sfarfallii della sua gonna per rappresentare al meglio l’anima dei movimenti. L’onda rappresenta perfettamente il rapporto ancestrale che tutti i bambini hanno con la natura e in questo caso con l’elemento più attraente e maestoso che la regna, il mare…motore di curiosità, paure, ammirazione, scoperte. La nostra piccola protagonista pagina dopo pagina, azioni dopo azioni, linguacce e tentativi, riesce a superare quel confine immaginario, simboleggiato appunto dalla rilegatura, e godere finalmente di tutta la forza e la bellezza che il mare può donare.
I libri senza parole hanno sempre avuto un ruolo importante in casa nostra, sono forse tra i più amati, spesso sono brulicanti di personaggi e particolari e questo crea un gioco di “cerca e trova” che affascina i miei bimbi, e tra tutti il più amato di sempre resta “Il pallone giallo” di Charlotte Dematons (Ed. Lemniscaat). Un viaggio intorno al mondo di un pallone giallo, un’automobile blu, un evaso e un mago su un tappeto volante. Tutti questi personaggi popolano scenari meravigliosi ricchi di illustrazioni e ambienti, savana, città , fattorie, cieli, deserti, mari , montagne , foreste…un bellissimo modo insomma per affinare lo sguardo dei piccoli e conoscere varie parti del mondo.
Devo dire che il 2020 ha sfornato tantissimi libri illustrati senza parole, tra cui il capolavoro di Gideon Sterer e Mariachiara Di Giorgio, illustratrice famosa e bravissima che conosciamo soprattutto per il suo meraviglioso capolavoro “Professione coccodrillo”, mi riferisco al magico “A mezzanotte”( ed. Topipittori). Lo definisco magico , perché già dalla copertina la sensazione che sprigiona la giostra di cavalli è quella di essere catapultata in un mondo fantastico e surreale. Un mondo che si accende di vita proprio a mezzanotte, quando le luci del Luna park si spengono e la gente va a casa, ma è tempo che anche le creature del bosco si divertano, così tutti gli animali usciranno dalle loro tane e vivranno mille avventure fino all’alba.
Un albo illustrato senza parole ma da cui possiamo sentire le splendide grida di gioia di tutti gli animali che si mescolano al mondo umano, illustrati magistralmente dagli acquerelli di Mariachiara Di Giorgo, artista indiscussa nel ricreare atmosfere suggestive, sguardi profondi e posture perfette.
“A mezzanotte” è anche una denuncia, celata dalla magia dei colori, verso il rispetto per il mondo animale rappresentato da creature intelligenti amorevoli e curiose come i bambini, per cui non è lecito credere che le loro vite siano meno preziose.
Stupefacente e commovente il magnifico “In the tube” di Alice Barberini (ed. Orecchio acerbo), in cui l’autrice abbandona i soliti toni scuri e grigi e dà vita ad un’esplosione di colori nella frenetica vita urbana di Londra, in cui una sorella e un fratello scoprono, tra paure ed emozioni, il significato del perdersi e ritrovarsi.
Altre bellissime storie che ci ha regalato il 2020, entrambe edite da Pulce edizioni, sono “Camping” e “Fiori di città”.
Edito da Logos invece il meraviglioso libro di Alessandra Manfredi “Azzurro” di cui ho parlato in un articolo interamente a lei dedicato.
Babalibri ha aggiunto il seguito di John Hare che dopo “Gita sulla Luna” porta in Italia “Gita sotto l’oceano”, entrambi coronati da illustrazioni morbide, colori intensi e avventure coinvolgenti.
Continuo la carrellata di Wordless picture books con la serie di Thè Tjong-Khing, edita da Beisler editore, “Tortinfuga”, “Tortintavola”, “Tortartè”…
Tre bellissimi libri ricchi di particolari e vicende, in cui assistiamo a inseguimenti, torte rubate e a cambi di scenari pieni di personaggi che vivono avventure di ogni tipo. Dei libri che non stancheranno mai il lettore.
Immancabile la trilogia di Aaron Becker “Viaggio”, “Scoperta”, “Ritorno”(ed. Feltrinelli).
Trattandosi di libri senza parole, non è sempre necessario acquistare edizioni italiane, per cui negli anni ho scoperto e apprezzato dei tesori stranieri, tra tutti i libri di Bill Thomson, di cui amiamo “Chalk”, la storia di un gruppo di bimbi che al parco trova dei gessetti colorati e qualunque cosa disegnano materializza, un inno alla fantasia. Dello stesso autore “Fossil”.
Altri bellissimi titoli stranieri che amiamo particolarmente: “Float” di Danel Miyares, “Zoom” di Istvan Benyai, “Le Jaquot de Monsieur Hulot” di David Merveille e tanti tanti altri.
Purtroppo citarli tutti è impossibile, e sono certa di averne dimenticati moltissimi altrettanto meravigliosi. Ho cercato di raggruppare quelli più emozionanti per noi anche se tra gli scaffali delle nostre librerie ce ne saranno tanti nascosti che mi sfuggono.
Tutti gli albi illustrati contengono come elemento principale le immagini, ma credo che nei WORDLESS PICTURE BOOKS , il ruolo dei disegni sia fondamentale. Hanno l’importante compito di dialogare intimamente col lettore, di esprimere concetti, movimenti, esperienze, emozioni…per cui, come può un libro così carico di vita, sentimenti, espressioni visive, essere definito silenzioso?