Scicli, nel Ragusano, uno dei tesori della nostra Isola per il barocco, ma anche per la sua storia, che affonda le proprie radici nel periodo preistorico, in quanto sono stati ritrovati dei resti dell’età del rame. La sua fondazione da parte di Siculus, re dei siculi, risalirebbe al 1271 a.C. e da allora a invadere il territorio sono state tutte le civiltà, dai Greci ai Cartaginesi, passando per gli Arabi e per i Normanni, fino ad arrivare alla fioritura del centro dell’età moderna e contemporanea.
Chiese rupestri la recente apertura del lavatoio
La guida turistica e presidente dell’Archeoclub di Ragusa, Enzo Piazzese, ha parlato di come il luogo sia meta di tanti turisti, grazie alle sue particolarità per via dei suoi musei e per i resti dell’antichità. Qualche criticità però non manca.
«In questo periodo natalizio – ha detto Piazzese – l’affluenza dei turisti a Scicli c’è, grazie anche alla presenza di strutture antiche molto importanti che fanno sì che si presti molto bene al turismo dei presepi. Le chiese rupestri, che sono diverse decine salendo verso il colle San Matteo, hanno un valore culturale che dovrebbe essere sfruttato anche nel periodo estivo. Al loro interno hanno pitture notevolissime che dovrebbero essere conosciute nel migliore dei modi. Il barocco ha sicuramente un maggiore appeal e ultimamente è stato aperto il lavatoio antico, il che rappresenta un fatto importante, perché il trenino barocco vi si ferma e perché si trova in un punto importante della città».
La grotte un tempo abitate
Proprio dove è presente il lavatoio «c’è la Grotta di San Guglielmo e per questo motivo sarebbe importante potere fare le visite nella zona del colle San Matteo, dove ci sono delle grotte che fino a 50 anni fa erano addirittura abitate dalle persone. Oggi si deve porre all’attenzione anche questo e ci vuole anche un percorso pedonale».
I tre colli
Scicli ha tre colli e «il colle Cristo Re è meraviglioso e dal Museo Archeologico si vede un panorama meraviglioso, ma per un pullman non vi potrà mai arrivare. I canyon assomigliano molto a quelli di Malta e dal punto di vista naturalistico sarebbe bello sia visitare le chiese rupestri che i canyon tra il colle San Matteo, quello del Rosario e il Cristo Re. C’è il torrente che scende verso la via Mormino Penna, con la pietra calcarea che si illumina durante l’estate e che illumina tutta la città».