Tra le aree naturali della nostra Isola che meritano di essere visitate da turisti provenienti da tutte le parti del mondo c’è sicuramente la Riserva Naturale Oasi Faunistica di Vendicari.
Istituita il 14 marzo del 1984, dopo che la Regione Siciliana la mise all’interno di una legge regionale del 1981, la Riserva è stata resa definitivamente fruibile nel 1989. Attualmente è gestita dal Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e territoriale, ma, come vedremo più avanti, si attendono ulteriori sviluppi in tal senso.
Cenni storici e conformazione dell’area
Gli insediamenti archeologici e architettonici testimoniano la presenza dell’uomo in questi luoghi sin dall’epoca greca, in quanto è possibile ritrovare tracce delle vasche-deposito di un antico stabilimento per effettuare la lavorazione del pesce risalente all’età ellenistica.
L’area si estende per 1512 ettari e ricade in una fascia costiera acquitrinosa, che favorisce l’approdo, come in diverse aree umide della Sicilia, degli uccelli migratori. I pantani più grandi si chiamano Piccolo, Grande e Roveto, mentre i due più piccoli si chiamano Sichilli e Schirbia. Sono separati tra essi solo da poche decine di metri, costituendo il fulcro della riserva.
L’Ecomuseo e la Torre Sveva Normanna
Ma di grande importanza all’interno della Riserva è l’Ecomuseo Storico della Tonnara di Vendicari e di questo ce ne parla il segretario regionale dell’Ente Fauna Siciliana, Corrado Bianca.
«L’Ecomuseo nasce nel 2008 – ha detto Bianca – nelle ex case dei pescatori e tutto ciò che si trova al suo interno proviene da diverse donazioni fatte dal Principe Alberto Secondo di Monaco, che è anche venuto da noi per inaugurare il museo tattile olfattivo dedicato a suo figlio e la sala conferenze. Ci sono altre tre sale, una dedicata alla zoologia, dove ci sono animali impagliati che vengono utilizzati a scopo educativo e didattico, assieme a una collezione di uccelli e mammiferi imbalsamati. La sala accoglienza con pannelli che danno idea al visitatore di cosa è Vendicari. La terza sala infine è dedicata al mare con foto originali della mattanza dei pescatori e con un armadio dedicato alla tartaruga Caretta Caretta. All’Ecomuseo ospitiamo turisti provenienti anche da Stati Uniti e Australia, che raccolgono dati per conoscere meglio Vendicari».
Il resto della riserva però non è da meno, soprattutto in termini di reperti storici e di biodiversità, in quanto «abbiamo la torre Sveva Normanna del 1400, un altro fabbricato adiacente in cui vi è una biblioteca e un’altra stanza con fossili e minerali. La biodiversità è molto ricca, con una vegetazione spontanea e con gli uccelli che vi si possono riprodurre».
Cosa manca per proteggere la fauna ittica?
Anche la fauna ittica ha una sua rilevanza, ma manca ancora un qualcosa che protegga anche lo specchio d’acqua prospiciente facendo rispettare in questo modo i divieti.
«Vogliamo la realizzazione dell’Area Marina Protetta da parte del Ministero dell’Ambiente, perché per la parte terrestre se ne occupa già la Regione. Ci sono dei divieti a mare, ma la mancanza dell’Area Marina Protetta porta a non farli rispettare. Con il Comune di Noto ci stiamo attivando per perorare a livello politico la causa. Anni fa l’Ente Fauna Siciliana ha contribuito assieme allo stesso Comune e al Libero Consorzio di Siracusa all’istituzione di un consorzio di gestione dell’area. Ci sono già state interlocuzioni con il Ministero dell’Ambiente e l’Ente Fauna ha prodotto degli studi sul mare di Vendicari, già ricevuto dal Ministero. Forse quest’ultimo ha bisogno di ricevere ulteriori studi, ma è tutto in regola e adesso attendiamo le risposte».