Tra i luoghi più incantevoli della Sicilia ce n’è uno che si trova nell’estrema parte nord orientale. Capo Peloro, nella parte più a nord di Messina, oltre a rappresentare l’estremità a nord-est dell’Isola, è anche un luogo in cui natura, storia e biodiversità si incontrano formando un connubio davvero particolare.
Luogo di incontro fra due mari, ma anche di storia
Nella punta si incontrano i due mari Ionio e Tirreno e le rive sono attraversate da fortissimi venti, che portano la conformazione delle spiagge a cambiare di anno in anno. Ma a rendere questo luogo ancora più suggestivo è la presenza dei due laghi Ganzirri e Faro, che sono separati dal mar Ionio a est dai borghi marinari di Ganzirri e Torre Faro, e il pilone dell’Enel, non più in funzione dal 1994 dopo l’installazione di un cavo sottomarino, ma che con la sua altezza di oltre 200 metri rimane un’attrazione e un punto di riferimento per residenti e turisti.
Come abbiamo detto Capo Peloro è un luogo ricco di storia. Nel periodo romano imperiale vi era un faro-colosso e in seguito in quello medievale la zona veniva presidiata dalle varie potenze che si insediavano nella nostra Isola. Nell’Ottocento venne eretta la Torre degli Inglesi, ancora oggi presente, dalla marina inglese e persino i letterati dell’antichità come Ovidio, Tucidide e Virgilio menzionano il luogo nelle loro opere.
La conformazione della Riserva
Il 21 giugno del 2001 è stata istituita con un decreto della Regione Siciliana la Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro e la direttrice della riserva, Maria Letizia Molino, ha descritto la sua conformazione, con i canali che collegano i laghi tra loro e con i due mari.
«La riserva è costituita – ha detto la Molino – dal sistema lagunare dei laghi Ganzirri e Faro e dai canali che li collegano con il mar Tirreno e con il mar Ionio. L’area lagunare e i cordoni dunali hanno cominciato a formarsi poco più di 10mila anni fa. Il lago Faro si collega al mar Ionio tramite l’omonimo canale e al Tirreno attraverso il canale degli Inglesi. Il lago Ganzirri è collegato al mar Ionio dai canali, il Catuso, che passa sotto l’asse viario, e quello delle Due Torri. Il canale Margi è quello che invece collega i due laghi».
«La superfice totale è di circa 68 ettari ed è distinta tra una Zona A di riserva e una Zona B di pre riserva. La prima è rappresentata dai due laghi, mentre la Zona B è composta dai canali, dall’arenile, che si estende dal canale Catuso fino a quello degli Inglesi, e dalla battigia fino alla formazione dunale».
Vongole e cozze vendute e stabulate nei due laghi
Ma la zona è caratterizzata anche da esemplari di biodiversità. I due laghi infatti ospitano le attività della mitilicoltura e della venericoltura, note in tutta la Sicilia.
«La mitilicoltura, che è l’allevamento del Mitilus Gallo Provincialis, volgarmente chiamato cozza, e la venericoltura, che è quello delle vongole, sono due attività praticate sin dai tempi dei Borboni. Entrambe le specie sono autoctone e crescono nei laghi. I laghi hanno una conformazione diversa: quello di Ganzirri è stretto e allungato, ha una profondità massima di 7 metri e si presta per queste caratteristiche alla venericoltura, che avviene in fondali bassi; quello di Faro è a imbuto, ha una profondità massima di circa 28 metri e viene utilizzato anche per la stabulazione delle cozze che vengono importate da altri luoghi».
«Vengono immerse nel lago per completare la loro crescita in 10-15 giorni e acquisire anche un sapore migliore grazie alle caratteristiche chimico-fisiche delle acque del lago. Le vongole e le cozze vengono vendute più che esportate, anche perché i locali le acquistano. Le vongole si coltivano in montagnole di sabbia e hanno bisogno di fondali bassi, altrimenti non possono essere coltivate, se in piccola quantità lungo le sponde».
Le istituzioni aiutano nella pulizia del sito
In passato le condizioni igieniche non erano buone, ma adesso le norme sono rispettate, grazie anche al supporto delle istituzioni.
«La riserva ricade in un’area fortemente antropizzata e risente del carico umano perché i cittadini incivili in passato lasciavano rifiuti lungo il bordo lago o all’interno. Oggi c’è una maggiore attenzione, grazie anche a una convenzione che la Città Metropolitana di Messina ha fatto con Messinaservizi Bene Comune per pulire con continuità sia il marciapiede che il bordo lago. Nei borghi marinari l’attività della pesca viene praticata in mare».