La mappa dei siti di possibile stoccaggio di scorie radioattive in Italia, individua quattro aree per l’istituzione dei depositi in Sicilia. I comuni prescelti sarebbero Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula – Petralia Sottana e Butera.
Ma l’Isola – secondo il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, non ha bisogno di questo. E si mostra nel corso dell’intervento a “Dentro i fatti” su TgCom24 deciso ad allontanare l’ombra del nucleare dalla Sicilia.
«Siamo pronti a dimostrare che l’individuazione dei quattro siti siciliani che dovrebbero ospitare i rifiuti radioattivi è scelta che possiamo confutare -tuona Musumeci-. Già per domani pomeriggio ho convocato la Giunta di governo che darà mandato ad un gruppo di esperti – che prevede anche il coinvolgimento delle quattro Università siciliane – di predisporre un dossier che evidenzi la superficialità dei criteri utilizzati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nella scelta dei siti. La Sicilia, per la sua vocazione, specificità e condizione ha bisogno di ben altro».
“La Sicilia non può permettersi il nucleare”
«Abbiamo elementi tecnici inoppugnabili per contestare questa scelta, in contrasto con tutti gli indicatori fisici, sociali, economici e culturali dell’Isola. Lo faremo anche con il coinvolgimento dei Comuni interessati, che condividono le nostre preoccupazioni. La Sicilia – ha aggiunto Musumeci – anche per la sua alta vulnerabilità sismica e per la disastrosa condizione della viabilità interna, su cui la Regione non ha competenza diretta, non può permettersi né di ospitare né di trasportare rifiuti nucleari».
«E se per le strade provinciali aspettiamo da due anni l’invio di un Commissario straordinario da Roma che avvii la manutenzione, per i rifiuti nucleari presenteremo al più presto una carta che illustri le criticità e faccia valere le nostre ragioni. Senza alzare la voce perché più che manifestazioni e cartelli di dissenso servono in questo momento dati e pareri tecnici».
«Dimostreremo -conclude il governatore- che, certamente per quanto riguarda la Sicilia, è stato preso un abbaglio».
E.G.