Discussione fiume del P.M. durata circa tre ore, nell’ambito del processo “Tax Free” questa mattina. Sul banco degli imputati, per motivi di presunta corruzione, oltre al giudice tributario FIlippo Impallomeni, ci sono l’imprenditore Giuseppe Virlinzi, il commercialista Giovanni La Rocca, il direttore della Virauto Agostino Micalizio e il cancelliere Antonino Toscano.
Impallomeni è accusato di aver emesso nel tempo sentenze favorevoli nei confronti delle società appartenenti al gruppo Virlinzi in cambio dell’utilizzo di diverse autovetture, senza pagare alcun costo tra bollo, revisione e tagliando, almeno fino al 2010.
Riportiamo un estratto delle dichiarazioni rese in maniera spontanea dall’imputato Impallomeni, utili al fine di ristabilire la verità dei fatti con alcuni importanti chiarimenti in un’ultima memoria difensiva
Nella prima parte della memoria difensiva spontanea, Impallomeni ripercorre le tappe che lo hanno portato a ricoprire l’incarico di giudice tributario. L’accento viene posto sulla massima stima e considerazione di cui il sottoscritto godeva da parte di tutti i magistrati componenti della sezione presieduta.
“Illuminanti a tal proposito – prosegue Impallomeni – le dichiarazioni rese nell’udienza del 26.3.2021 dal dr. Francesco Virardi, emerito Presidente della Corte di Assise di Catania, nonchè componente della I° sezione della Commissione Tributaria. Virardi sottolinea la massima correttezza, trasparenza e regolarità in tutte le fasi processuali dei lavori della sezione, che si concludevano con la stesura del verbale contenente il dispositivo alla fine della camera di consiglio”.
IL “ PREZZO” PAGATO DAL VIRLINZI PER LA PRESUNTA CORRUZIONE.
Impallomeni fa rilevare che le “due autovetture fornite dalla Virauto in comodato d’uso, una ford mondeo e successivamente una volvo, sono avvenute oltre 15 anni fa, a titolo di sponsorizzazione, ad uso esclusivo d’ufficio e di rappresentanza, su esplicita ed espressa richiesta formale da me avanzata nella qualità di Direttore della Direzione Provinciale del Tesoro”.
L’uso degli stessi mezzi per funzioni di rappresentanza viene a trovare conferma nella deposizione resa dalla dott.ssa Strano Santa, attuale Direttore del Tesoro, nell’udienza del 12.4.2019,nel corso della quale ha affermato di essersene servita anch’essa in occasione dei suoi spostamenti su Messina prima di assumere la direzione del locale Ufficio del Tesoro e che su tali mezzi ha anche viaggiato il Direttore Generale del Tesoro in occasione della sua visita a Catania.
Stando alle parole di Impallomeni, “non esiste parallelismo alcuno fra il periodo di affidamento di tali mezzi in comodato da parte della Virauto ,conclusosi in data 8.7.2010 in occasione del mio collocamento a riposo avvenuto il 1 luglio 2010, e la discussione ed emissione delle sentenze contestate avvenute tutte in periodi di gran lunga successivi.
Discorso diverso va fatto per le auto concesse in prova dalla VIRAUTO con possibilità di acquisto nei periodi successivi; l’ultimo di tali mezzi fu acquistato per l’importo di € 13.300,00,comprensivo del prezzo di locazione del periodo di prova dell’auto,almeno quaranta giorni prima che la bufera giudiziaria si abbattesse sul sottoscritto.
E’ quanto mai opportuno evidenziare che l’uso delle tre auto è avvenuto per brevi e discontinui periodi, frammentari ed occasionali e venivano date in prova sempre utilitarie aziendali usate e vecchie di almeno tre anni, mezzi che si trovavano già in giacenza presso il concessionario atteso che era contrattualmente obbligato dalla casa madre a detenere per l’anno in corso e non oltre, tale tipologia di mezzi.
A tal proposito il sig Giacomo Patanè ,responsabile del settore auto della Virauto e testimone dell’imputato Virlinzi ,ha dichiarato nell’udienza del 26.3.2021, che è prassi normale dell’azienda consegnare, per motivi commerciali di pubblicizzazione del prodotto ,i mezzi in vendita ,già immatricolati ed assicurati, a diverse personalità, al fine di far notare in giro il prodotto e farlo provare su strada per periodi brevi o lunghi”.
Il signor Virlinzi non ha mai sollecitato alcuna consegna, né chiesto un trattamento di favore per Impallomeni.
Pertanto, Impallomeni puntualizza: “la concessione in prova per brevi periodi da parte della Virauto di auto aziendali, utilitarie, usate e vecchie da almeno tre anni, non può essere considerato strumento di corruzione, in quanto suonerebbe assurdo, oltre che offensivo per la mia funzione, comprare un giudice tributario, già dirigente dello Stato, prestandogli una auto usata da parte di detiene un impero economico.
Non è superfluo evidenziare che se il sottoscritto avesse asservito la propria funzione agli interessi del Virlinzi, non si sarebbe posto alcuno scrupolo a farsi consegnare l’auto RAV a titolo del tutto gratuito, anziché sottoporsi al pagamento di una onerosa rata mensile di € 600,00, oltre di un congruo anticipo ed un saldo finale di € 10.000,00.
L’ attenzione riservatami dal sig. Manno Francesco, capo vendita della Toyota, in relazione alla rimozione di alcuni graffi dallo sportello della mia auto, per il cui lavoro non ha ritenuto di riscuotere alcun compenso è da ascriversi esclusivamente alla riconoscenza dello stesso nei miei confronti per l’interessamento presso l’INPS riguardo alla regolarizzazione della sua posizione contributiva ,in vista del suo prossimo collocamento a riposo.
Inoltre non si può non rilevare come nella fattispecie non si manifesti in alcuna maniera la figura del “ corruttore” , attesa la completa estraneità a tutta la vicenda del sig. Virlinzi Giuseppe, con il quale non ho mai avuto contatto alcuno né in materia di auto, né tantomeno in materia di contenzioso fiscale. D’altronde dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali non emerge alcun tipo di contatto neanche occasionale e saltuario fra noi due”.
Nella parte finale del proprio discorso, Impallomeni sottolinea come “Tutto ciò che è emerso dalle intercettazioni sia riconducibile ad uno stato emotivo di stress, in quanto non risulta in atto nessun tipo di favoritismo verso Virlinzi”. Con i conseguenti danni d’immagine, dovuta alle continue indagini degli ultimi anni, che hanno costretto Impallomeni a rassegnare cautelativamente le dimissioni dalle funzioni di giudice tributario e Sostituto Procuratore della FIGC.
Nessun movimento di denaro, infatti, è mai emerso dalle verifiche bancarie e da perquisizioni di ogni tipo. Impallomeni vive con il solo reddito della pensione. E smonta tutte le accuse di corruzione a suo carico, col P. M. che anzi ha disposto lo svincolo della somma a lui sequestrata dalla Guardia di Finanza (12.500€).
Oggi il P.M. ha richiesto la condanna di carcere per tutti gli imputati. La linea dei difensori avvocati si terrà giorno 11 dicembre.