Covid all’attacco, scoperta una nuova variante sudafricana, studiosi di tutto il mondo all’opera per scoprire come contrastarla. In Italia pronto il vaccino. L’obiettivo limitare i contagi di omicron prima di poter scoprire di più su questa nuova mutazione del virus.
È pronta in Italia la prima piattaforma di un vaccino anti Covid-19 progettato in modo specifico per contrastare la variante Omicron. Si stima che i test preclinici possano avere inizio tra poche settimane. Necessita però attendere almeno un altro paio di settimane, o più, per poter delineare un primo quadro.
Classificata come Voc (‘variant of concern’ ovvero ‘variante di preoccupazione’), prende il nome di Omicron, la nuova variante SARS-CoV-2 proveniente dal SudAfrica.
A destare l’attenzione delle autorità sanitarie internazionali le sue molteplici mutazioni che potrebbero renderla sfuggente agli anticorpi generati dai vaccini di cui disponiamo al momento. Come avevamo spiegato in un precedente articolo, sembra che questa variante del virus presenti 32 mutazioni della proteina Spike. Si tratterebbe di quel frammento del virus che gran parte dei vaccini usa per innescare il sistema immunitario contro il Covid.
Tante le domande in ballo in merito a questa nuova variante che al momento non possono trovare risposta. Le principali questioni su cui ci si interroga sono la contagiosità, i sintomi clinici e la loro gravità e l’efficacia dei vaccini.
Se anche si vaghi un po’ alla cieca, le modalità di prevenzione contro il virus restano invariate. Distanziamento, mascherine soprattutto al chiuso e in luoghi di assembramento in primis. Ma anche sanificazione degli ambienti e igienizzazione frequente delle mani restano i must contro la diffusione del virus. Omicron o non.
Ultima ma di grande importanza la vaccinazione. Nonostante gli scettici, i complottisti e i no vax, l’unico strumento collettivo per ridurre il rischio di trasmissione è il vaccino. Gli scienziati ed esperti del campo continuano a raccomandare di effettuare prima possibile la dose booster del vaccino. E per coloro che ancora non si fossero sottoposti a vaccinazione di provvedere nel minor tempo possibile con la prima dose e tutta la profilassi che ne segue.
Peraltro vaccinarsi resta l’unico modo per evitare l’insorgenza di altre nuove, come Omicron, e probabilmente anche più pericolose varianti del covid.
Omicron non desta poco allarme, studiosi e scienziati preoccupati continuano le ricerche per riuscire a dare delle risposte.
In proposito i ministri della Sanità dei Paesi G7 si sono riuniti in via straordinaria per discutere degli sviluppi. Proseguiranno si questa rotta e continueranno a confrontarsi nelle prossime settimane e a tornare a riunirsi a dicembre.
SINTOMI
«Ad oggi – scrivono gli esperti dell’Ecdc – sono 33 i casi confermati di variante Omicron segnalati in 8 paesi dell’Unione europea: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo»
«Tutti i casi confermati hanno una storia di viaggi in paesi africani, con voli che hanno fatto scalo in altre destinazioni tra l’Africa e l’Europa. Tutti i casi per i quali sono disponibili informazioni riguardo alla gravità, erano asintomatici o lievi. Finora – affermano gli studiosi – non sono stati segnalati casi gravi e non c’è stato nessun decesso. Sono stati segnalati altri casi in sette paesi e territori al di fuori dell’Ue: Australia, Botswana, Canada, Hong Kong, Israele, Sudafrica e Regno Unito».
«Non ci sono ancora evidenze che l’infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti. I dati preliminari suggeriscono che ci sia un tasso maggiore di ricoveri in Sud Africa, ma questo potrebbe essere dovuto all’aumento complessivo delle persone infette piuttosto che alla specifica infezione con Omicron», afferma invece l’Iss.
L’Istituto Superiore della Sanità spiega inoltre che ad oggi non ci sono informazioni che suggeriscano che i sintomi specifici associati a questa variante siano diversi da quelli dovuti alle altre.
«I casi iniziali di infezione riguardano studenti universitari, persone giovani che tendono ad avere una malattia più lieve ma per capire il livello di gravità dell’infezione causata da Omicron servirà più tempo (da alcuni giorni ad alcune settimane). – si legge sul sito ISS – Comunque si ricorda che tutte le varianti del Covid-19, inclusa la Delta che rimane al momento la variante dominante a livello globale, possono causare malattia grave o morte, in particolare nelle persone più vulnerabili, e la prevenzione rimane fondamentale».
Vaccini in elaborazione, le case farmaceutiche si muovono
Pfizer e Moderna stanno provvedendo all’adattamento per il vaccino volto a contrastare la variante. Moderna potrebbe impiegare mesi per completare la missione, come spiega l’amministratore delegato della casa farmaceutica, Stéphane Bancel.
Per tamponare la situazione e dunque l’eventuale emergenza dovuta all’insorgenza di Omicron, l’azienda dichiara che potrebbe rendere disponibile in tempi brevi una dose booster da 100 microgrammi.
«La dose più elevata potrebbe arrivare rapidamente. – dichiara l’azienda – Potremmo decidere di fornire una dose più elevata del vaccino attuale per proteggere magari i soggetti ad alto rischio, gli immunodepressi, e gli anziani – i quali – potrebbero aver bisogno di una quarta dose».
La Biontech, partner di Pfizer nella produzione dell’altro vaccino mRna, annuncia l’avvio dello sviluppo di un vaccino adattato come “misura cautelativa“. Gli studi e la ricerca del vaccino proseguiranno contemporaneamente a quelli della natura della nuova variante Omicron.
«Per evitare di perdere tempo, stiamo perseguendo questi due obiettivi in parallelo fino a che non saranno disponibili dati e che non avremo altre informazioni per determinare se il vaccino contro il Covid attualmente disponibile ha effettivamente bisogno di essere adattato o no». È quanto spiega la portavoce dell’azienda in una intervista alla Dpa. «L’obiettivo di questo approccio è quello di muoverci velocemente, nel caso sia necessario un nuovo vaccino specifico per una variante».
Il vaccino contro Omicron, sostiene la biotech Takis, è un vaccino di seconda generazione basato sulla medesima piattaforma che ha dato vita al vaccino Covid-eVax. La stessa piattaforma è stata finora adattata alle varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta e sperimentata con successo negli animali. L’azienda, in collaborazione con la Rottapharm Biotech, è al lavoro da tempo sul vaccino Covid-eVax, sperimentato nella fase 1 nell’uomo.
«Grazie a tutto quello che abbiamo imparato dall’inizio della pandemia, abbiamo disegnato il vaccino Covid-eVax, versione Omicron in poche ore e in poche settimane saremo in grado di testarlo nei modelli preclinici», rende noto Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico della Takis.
«Mentre cerchiamo di sconfiggere la pandemia, è imperativo essere proattivi mentre il virus si evolve», prosegue Aurisicchio.
«Negli scorsi mesi abbiamo generato quasi in tempo reale modifiche di Covid-eVax contro le varianti Alpha, Beta, Gamma, Delta e tante altre, dimostrandone l’immunogenicità in modelli animali. A differenza delle precedenti varianti, – continua – Omicron presenta un alto numero di mutazioni nuove, per questo motivo è difficile prevedere se i vaccini attuali siano ancora protettivi: ecco perché ci stiamo muovendo il più velocemente possibile per adattare il nostro vaccino anche contro questa variante».
Ancora una volta il down proviene dalla mancanza di fondi che quindi non supporta la ricerca volta allo sviluppo del vaccino italiano.
«Resta il fatto – osserva Aurisicchio – che la mancanza dei finanziamenti attualmente ci impedisce di proseguire gli studi clinici per portare avanti lo sviluppo di questo vaccino italiano. Ci auguriamo che l’Italia con le risorse del Pnrr possa effettuare investimenti strategici e favorire la ricerca italiana per rendere il Paese più competitivo nel mondo delle biotecnologie».
«È però fondamentale avere a disposizione più piattaforme tecnologiche vaccinali come Covid-eVax, che siano prontamente adattabili a eventuali nuove varianti come richiamo della risposta immunitaria precedentemente indotta da altre piattaforme vaccinali, o per l’utilizzo in Paesi dove non c’è attualmente disponibilità di vaccini. Visto l’impatto della pandemia sulle nostre vite e sull’economia mondiale, l’Italia può fare la sua parte e mettere a disposizione la propria esperienza». Queste le parole di Lucio Rovati, presidente e direttore scientifico di Rottapharm Biotech.