Niko Pandetta il trapper catanese arrestato per spaccio dalla Squadra Mobile in pieno giorno nel quartiere Quarto Oggiaro a Milano, ha scritto una lettera dalla sua prigione.
Si chiama: “Insieme 2/2“. E’ la seconda parte della missiva che viene dedicata ai ragazzi detenuti.
Una lettera scritta a stampatello in un foglio a quadretti, da una cella dall’istituto di Opera, finita poi sui social in una pagina fb che si chiama “amici e parenti dei detenuti siciliani”.
Pandetta li invita a cambiare vita e scegliere una strada migliore anche se polemizza dicendo “ora in un carcere, potevo essere l’esempio della persona che è riuscita a cambiare vita, invece sono l’esempio di come il percorso di cambiamento è reso impossibile da chi dovrebbe favorirlo ed aiutare le persone a mettere la testa a posto”.
Ancora oggi intanto il trapper siciliano è uno dei più seguiti su Youtube.
Il suo ultimo album “Ricorso”, è tra o più ascoltati e fa parte della Top Ten di YouTube del canale musica.
Per i reati avvenuti nel 2012, è arrivata quest’anno la sentenza definitiva. Il neomelodico catanese, nipote del boss Turi Cappello, sta scontando, oltre i 4 anni, anche una vecchia condanna di 5 mesi per evasione.
Il suo legale, l’avvocato Maria Chiaramonte, ha precisato che non vi era alcuna motivazione per Pandetta di rendersi irreperibile.
“Sapeva del provvedimento e stava per fare rientro a Catania, stava andando all’aeroporto. – dichiarazioni riportate da Rainews –, i due che erano con lui, e tra questi il suo impresario albanese, sono stati rilasciati poco dopo il fermo. Per loro non c’è stato alcun motivo di contestazione del reato di favoreggiamento“.