Si è spento a Nettuno, all’età di 77 anni a causa di complicazioni legate al diabete, Angelo Licheri. Definito da molti “l’angelo di Alfredino”, Licheri fu uno dei tanti volontari accorsi a Vermicino che provò a calarsi nel pozzo artesiano in cui era precipitato Alfredino Rampi, nel disperato tentativo di salvare dalla morte il piccolo bambino precipitato lì dentro la sera del 10 giugno 1981. Licheri rimase a testa in giù per ben 45 minuti, sfruttando il suo fisico minuto e provando in tutti i modi a imbracare il piccolo Alfredino per poi permetterne il salvataggio verso la superficie. Tra i soccorritori fu quello che più si avvicinò ad Alfredino, arrivando a pulirne il volto ricoperto dal fango.
Licheri, in un’intervista rilasciata nel 2018, affermò di “non essere un eroe, ma fortemente rammaricato di non essere riuscito nel suo intento di salvare Alfredino. Licheri, inoltre, criticò aspramente la decisione di scavare un tunnel parallelo al pozzo artesiano, scelta poi rivelatasi fallimentare e che causò lo scivolamento ancora più in basso del bambino dovuto alle vibrazioni delle trivelle.
Tra i tanti tributi alla memoria di Alfredino Rampi, segnaliamo la canzone dei Baustelle pubblicata nel 2008 che criticò la ferocia dovuta al tam-tam mediatico senza precedenti che complicò inesorabilmente le operazioni dinanzi al pozzo artesiano.
La triste vicenda scosse l’intera opinione pubblica ed evidenziò l’inefficienza dei soccorsi. La diretta televisiva proseguì, infatti, imperterrita, quasi come se si trattasse di un reality show, nella speranza di documentare un incredibile opera di salvataggio, che però poi non arrivò mai. Poco tempo dopo, infatti, sarebbe nata la Protezione Civile, per scongiurare altri eventi drammatici e farsi trovare pronti contro le impervie dei luoghi coinvolti nei tragici accadimenti. E per dotare lo Stato di una struttura organizzativa di rilievo nella gestione delle situazioni emergenziali.