Per la prima volta, in Sicilia, una donna affetta da sclerosi multipla ha potuto usufruire di cannabis per uso terapeutico fornita direttamente dal Servizio sanitario regionale.
È il primo caso dopo la firma dell’assessore alla Salute Ruggero Razza del decreto sulla cannabis terapeutica, avvenuta circa un anno fa.
La consegna ha interessato l’ospedale Piemonte di Messina che ha ricevuto il preparato -45 grammi di infiorescenza per 90 capsule- da una farmacia convenzionata, poi consegnato alla paziente per la terapia del dolore.
«Per scopo terapeutico ho ricevuto la prima prescrizione nel 2017 che ho pagato a 53 euro per un grammo e mezzo. Dopo di che non ne ho più trovata e non la potevo cercare a quel prezzo così mi appoggiavo anche al mercato nero -racconta Loredana Gullotta all’ AGI – è stato un calvario. Ero felicissima quando mi hanno chiamato dall’ospedale. Del resto avevo telefonato chiedendo di avviare la prescrizione alla farmacia convenzionata, il mio medico si è attivato, si è informato, mi ha fatto avere 45 grammi di Bedrocan».
«Purtroppo -sottolinea Loredana- non riesco ad avere il rimborso dei soldi che ho speso nel primo lockdown per il Bedrocan e una sostanza similare che compravo nelle farmacie specializzate che ne avevano la disponibilità dell’infiorescenza».
Ma non è stato facile rendere concreto il decreto: le farmacie ospedaliere non sono sempre attrezzate, e le convenzioni private non hanno ottenuto i risultati sperati. A queste difficoltà si è aggiunto il ritardo dei corsi indirizzati ai “prescrittori” sull’uso terapeutico, la prescrizione e l’erogazione dei preparati a base di cannabinoidi, promosso dall’assessorato regionale della Salute.
L’utilizzo dei derivati della cannabis è autorizzato per il trattamento del dolore cronico -oncologico, neuropatico o associato a spasmi muscolari in patologie neurologiche- per il controllo di nausea e vomito da chemioterapici, per la cachessia e l’anoressia causate da tumori o Hiv.
E.G.