Liberato dopo tre settimane di prigionia Giovanni Calì, l’ingegnere catanese rapito il 1° giugno scorso ad Haiti. Ad annunciarlo è la Farnesina che in una nota ricorda che «il nostro connazionale era stato prelevato presso il cantiere dove lavorava da un gruppo criminale locale». La liberazione è stata possibile grazie ad un lavoro incessante da parte della Farnesina e dell’Intelligence italiana.
Giovanni Calì si trovava ad Haiti per conto della ditta di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma, e si stava occupando della costruzione di una strada. Gli indizi portarono subito alla pista del rapimento a scopo di ricatto. In particolare si pensò alla gang 400 Mawozo, già responsabile, secondo le forze dell’ordine di Haiti, del rapimento di sette religiosi cattolici a Port-au-Prince.
I rapimenti a scopo di riscatto sono, infatti, un’attività illecita molto diffusa nel Paese, basti pensare che nel 2020 sono stati ben 243 i sequestri a scopo estorsivo.
L’ipotesi della richiesta di riscatto era di circa 500mila dollari. Al momento non sono chiari i dettagli del rilascio di Calì.
«Grazie alla nostra intelligence e all’Unità di Crisi di ItalyMFA», ha commentato a caldo il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, in un tweet diffuso in piena notte.
Grande soddisfazione da parte del sindaco Salvo Pogliese: «La notizia della liberazione dell’ingegnere Vanni Calì ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai familiari e ai tanti amici e conoscenti di un professionista apprezzato per le sue qualità umane e lavorative. Stamattina ho sentito la figlia Alessia che mi ha riferito di avere sentito al telefono papà, molto provato, ma in discrete condizioni di salute».
«Nelle prossime ore la Farnesina, a cui va dato atto di avere con agito con particolare sagacia e concretezza, renderà note le modalità del rientro in Italia da Haiti. Noi lo aspettiamo a Catania per dimostrargli tutto l’affetto della comunità etnea per questo brutta esperienza che è stato costretto a subire, per mano di malfattori», ha concluso il primo cittadino.
M.C.