Il 17 ottobre arriva in libreria La guerra è merda, il nuovo libro del giornalista e scrittore francese Jacques Charmelot, pubblicato da Solferino. Un titolo forte, volutamente provocatorio, che dice tutto già in tre parole: la guerra non è eroismo, ma distruzione, paura e perdita.
Chi è Jacques Charmelot
Charmelot è un reporter con una lunga carriera alle spalle. Ha lavorato per l’AFP (Agence France-Presse), seguendo da vicino conflitti in Medio Oriente e in Africa. Ha visto la guerra da dentro, tra campi profughi, soldati stremati e civili intrappolati nelle bombe. Nel libro porta tutta la sua esperienza, ma anche una memoria personale: quella del padre, arruolato giovanissimo durante la Prima guerra mondiale. Le sue storie, unite ai ricordi di famiglia, diventano un filo rosso che collega le guerre di ieri a quelle di oggi. Charmelot è uno di quei giornalisti che crede nel potere della verità, anche quando fa male. Scrive con rabbia e con lucidità,
Un racconto diretto e necessario
La guerra è merda non cerca di spiegare la guerra con analisi complesse o dati tecnici. Charmelot la mostra per quella che è: un inferno quotidiano. Racconta il fango delle trincee, i corpi feriti, le menti spezzate, ma anche il silenzio di chi torna e non riesce più a parlare.
Ogni pagina smonta la retorica dei “vincitori” e dei “martiri”. Per l’autore, dietro ogni conflitto ci sono interessi economici e politici, mentre le persone comuni come soldati e civili pagano sempre il prezzo più alto.
Un messaggio attuale
Nonostante parli di guerre passate, il libro è più attuale che mai. 160 Pagine in cui Charmelot ci invita a guardare al presente: i conflitti in corso, le armi che continuano a circolare, la paura che si insinua nella quotidianità. Con parole semplici ma dure, scrive che l’Europa deve imparare a unirsi contro la cultura della guerra, altrimenti “gli sconfitti saremo tutti noi”.
Perché leggerlo
La guerra è merda è un libro che colpisce, che fa pensare e che non lascia indifferenti. È la voce di chi ha visto l’orrore e non accetta che venga raccontato come un sacrificio necessario. Charmelot ci ricorda che dietro ogni titolo di giornale ci sono persone, volti, vite. E che la vera forza, oggi, nel non restare indifferenti.