Elda Pucci è un nome da record e non solo perchè fu la prima donna in assoluto in Italia a presiedere un Ordine provinciale dei medici, nel suo caso a Palermo. Pucci – fanfaniana doc – ricoprì la carica di sindaca del capoluogo siciliano dall’aprile 1983 all’aprile 1984 (quando ancora era il consiglio comunale ad eleggere il primo cittadino) conquistando così il primato di donna a capo di una grande città italiana.
E ancora, durante il suo mandato per la prima volta il Comune di Palermo si costituì parte civile in un processo di mafia. Perchè Elda Pucci – malgrado le intenzioni della Democrazia Cristiana spacciate per “innovative” – ai loschi giri che governano davvero il capoluogo siciliano non si vuole piegare. Tanto da diventare ben presto una presenza scomoda. Azzardata l’idea di poter rinnovare i grandi appalti attraverso gare pubbliche. Così Pucci, dopo appena un anno, perde la poltrona e Don Vito Ciancimino – che controlla le teste della politica – dice finalmente la sua: «Non mi posso dimettere dagli amici né da amico».
La carriera della “lady di ferro” proseguì fino alle elezioni del 1985, vinte da Leoluca Orlando. Poi si ritirò ufficialmente da quella politica che non l’aveva mai capita.
Nella storia delle nove province soltanto una sindaca
E vorremmo raccontare le storie di altre sindache ma nella storico dei capoluoghi di provincia, nessun’altra donna ha raggiunta la vetta di Elda Pucci. O meglio nessuna donna è stata eletta sindaca di una grande città.
Sarà un po’ per il fardello della cultura patriarcale che ogni siciliana è costretta a trascinarsi non appena emette il primo vagito. Sarà perchè in Sicilia vige un severo atteggiamento di gattopardismo: «se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». E sull’Isola è rimasto quasi tutto immobile.
Attualmente a capo dei Comuni siciliani ci sono 29 donne. Agrigento vanta la cifra più alta: ben otto sindache. Al secondo posto, invece, ci sono Enna e Palermo – quest’ultimo unico capoluogo di provincia che nello storico dei sindaci riporta appunto una donna – con 5 donne al vertice dell’amministrazione comunale. A seguire le quattro sindache di Siracusa, tre a Messina, due a Caltanissetta, una a Ragusa ed una Trapani.
Catania sempre un passo indietro
Bocciatura per Catania: nel capoluogo etneo ci scontriamo con una realtà interamente al maschile, dove non c’è spazio per le donne. Nè a capo della città Metropolitana nè di un Comune. Un risultato disastroso che ancora una volta sventola una bandiera nera sulla parità di genere. Eppure la politica siciliana è piena di donne capaci che calpestano l’imposizione delle quote rosa, lontane dall’idea di conquista e più vicine al concetto di “normalità”.
Che le prossime amministrative possano tingersi di rosa?