Dalle antenate, ave e trisavole, le fanciulle siciliane hanno appreso l’arte della narrazione, quando nelle serate piovose, impediti i giochi all’aperto, l’incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore, suona talmente imperioso da convincere anche le bimbe più ribelli a sedere sulle ginocchia della nonna per godere della favola.
… Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa …
La voce delle donne acquista sempre più fascino
Ecco, nel panorama letterario isolano, la voce delle donne acquista, ogni giorno di più fascino, malgrado i meccanismi ostativi dell’editoria odierna respingano le esordienti, comunque i volti sconosciuti ai social network, concentrandosi sull’esclusiva caccia ad autrici affermate, in grado di assicurare, fin dal primo impatto migliaia di copie vendute. Procedure di tale fatture precludono l’affermazione di voci fuori dal coro, soprattutto, negano ai lettori il godimento di scrittrici dalle doti favolistiche di portata alternativa al mainstream.
Così è (anche se non vi pare), adattando il titolo del dramma di Pirandello alla situazione odierna. Naturalmente, con 80 mila manoscritti in stampa nel 2024, a inondare le librerie, anche il lettore più curioso e disponile si disorienta. Alla buonora, abbandona la libreria in preda al mal di testa. Sui cataloghi della pubblicità vanno solo i mostri sacri. Medesimo rituale in tv, dove arrivano solamente i volti noti ai telespettatori.
Cimentarsi con le consuetudini dell’editoria classica
Sicuramente aveva ragione il compianto Goffredo Fofi, il quale raccomandava a chiunque volesse intraprendere il percorso di romanziere di cimentarsi con le consuetudini dell’editoria classica, ovvero le procedure previste per giungere alla pubblicazione passando attraverso l’esame di editor esperti, di severe revisioni del manoscritto, dei pareri di lettori professionali, in condizione di indicare errori, cadute di stile, incongruità. Ma superato il primo dosso, ovvero raggiunto il bancone dell’esposizione, lungi dal toccare il cielo con un dito, bisognerà lavorare alacramente ai successivi testi, se si volesse continuare a scrivere, alimentando l’istinto di scrittura, con l’indispensabile attitudine all’origine dell’avventura attraverso letture, colori, musica, esperienze. La vita è letteratura, essa va raccontata con arguzia, leggerezza, profondità.
In questa direzione, comunque, diversi passi avanti sono stati compiuti negli ultimi lustri, benché serve sempre comprendere come la vocazione tardiva, trova la sua origine nell’impossibilità di vivere di sola letteratura. Almeno per coloro non sono inquadrati nei ranghi dei docenti universitari o nella ristretta cerchia dei consulenti editoriali.
Esuli esterne: quattro autrici d’eccezione
Nel rivolgerci alla letteratura declinata al femminile, tante sono le esuli esterne, secondo la tassonomia di Sciascia. Donne nate e cresciute in Sicilia, uscite dal perimetro dell’isola, pur rimanendo il legame invisibile con la terra d’origine, del quale non ci si può e non ci si vuole liberare.
A Giuseppina Torregrossa va probabilmente la palma della tradizione letteraria rivisitata in chiave postmoderna con l’esordio, L’assaggiatrice, edizione, L’Iride, e due anni dopo con Il conto delle minne, Mondadori. Più recentemente si è cimentata con Corta è la memoria del cuore, sempre per i timbri di Mondadori, in cui la storia della famiglia Accoto, declinata in linea matriarcale, di generazione in generazione, si libera delle scorie del passato, affrontando le pietrosità del presente.
Con Milena Palminteri, si realizza il modello dell’esordio, differito all’età della maturità, con Come l’arancio amaro, edito da Bompiani. Affresco della società siciliana degli anni Venti del secolo scorso, racconto protratto fino agli anni Sessanta, protagoniste tre donne Carlotta, Nardina e Sabedda.
Al suo primo romanzo, invece, Rosa Maria Di Natale con Il silenzio dei giorni, Ianieri edizioni, ha affrontato la tematica gay della diversità temporalmente collocata nel penultimo decennio del secolo scorso, protagonista Peppino Giunta, siciliano trapiantato a Milano.
Infine, un’altra narratrice di talento, scevra dai luoghi comuni della giallistica, Rosalia Messina con Nulla d’importante tranne i sogni, Arcadia editore, scolpisce sulle pagine le figure di due sorelle siciliane Rosamaria, altrimenti intesa Ro e Annapaola, Nana per parenti e amici. Tra conflitti, vicissitudini e dissapori, la Messina affonda il suo sguardo penetrante sulla società siciliana, nelle pieghe della vita, fino alle estreme conseguenze.
Nell’impiegare la metodica indicata da Fofi del prototipo del cammino in campo narrativo, nel repertorio proposto, quattro autrici siciliane ne simboleggiano i diversi stadi, dall’affermata Giuseppina Torregrossa all’esordiente di successo, Milena Palminteri, da Rosa Maria Di Natale al suo debutto per completare con la talentuosa Rosalia Messina.
Così è (se vi pare).