“Il Pnrr non sarà la panacea di tutti i mali”. Ne parliamo con il prof. Rosario Faraci

di Elisa Petrillo

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è il dispositivo dell’Unione Europea, nell’ambito di un piano più ampio chiamato Next generation Eu.

Un finanziamento destinato a gestire la transizione, il passaggio del nostro Paese in diversi ambiti dal digitale all’ecologico e all’inclusivo, per accompagnarlo verso il 2030.

Ma in che termini?

Ne abbiamo parlato con il professore Rosario Faraci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Catania.

“Sarà una scadenza importante per l’Unione Europea – spiega il prof. – che si spera sia più inclusiva e forte economicamente. Sono stati stanziati 191 miliardi fino al 2026 che l’Italia potrà gestire, non solo a fondo perduto ma anche come prestiti agevolati”.

Come viene utilizzato?

” In questo momento di mobilitazione della parte pubblica nel predisporre vari progetti, vedo un pericolo : non bisogna considerare il Pnrr come la panacea di tutti i mali”.

“Prima si devono far bene i compiti per casa, ovvero sviluppare progettualità di ampio respiro, pensare alla città metropolitana di Catania piuttosto che la Regione Sicilia, o l’aggregato di sud-est, ma da qui al 2030 o 2050 come stanno facendo in altre parti d’Europa. L’Irlanda, ad esempio, si è data un piano strategico fino al 2040”, continua Faraci.

Il 40% dei fondi, ricordiamo che saranno destinati al Sud.

“Non è detto che i destinatari di queste somme saranno solo colori i quali risiedono nel meridione, anzi è probabile che a beneficiarne saranno quelle iniziative che sono localizzata nel Sud, ma che hanno la sede giuridica o legale in altre parti d’Italia”.

Un altro fatto anomalo, sottolinea il professore di Economia, riguarda molte di queste progettualità, che vengono calate dall’alto da chi è meglio organizzato, ma fuori dal Sud, come, per citarne una, le società di consulenza.

“Il Piano nazionale di ripresa e di resilienza è’ sicuramente un’opportunità importante  – conclude – per accompagnare la nostra società verso un assetto migliore, e penso alle iniziative nelle scuole o nelle università”.

Elisa Petrillo