Il giudice Nunzio Sarpietro sembra voglia finire con il botto la carriera. Il Gup di Catania, dopo aver pronunciato il non luogo a procedere in capo a Salvini per il caso Gregoretti, rilascia un’intervista che provoca il gelo tra i colleghi magistrati. “Area”, il gruppo che rappresenta le toghe progressiste ha diffuso un comunicato critico nei confronti delle dichiarazioni rese dal capo dei Gup catanesi.
Il giudice non può anticipare le ragioni che hanno motivato la decisione
«La rilevanza mediatica di un processo non può autorizzare il giudice ad anticipare, con interviste o dichiarazioni rese alla stampa, le ragioni che hanno determinato la decisione. Per di più al di fuori ed anticipatamente rispetto alla motivazione della sentenza stessa. Si tratta di un fatto gravemente distonico rispetto ai doveri di riserbo, sobrietà e continenza che s’impongono al magistrato che abbia a cuore i fondamenti etici su cui si fonda la credibilità della magistratura e la fiducia dei cittadini».
Si legge nella nota stampa, che esprime «grave sconcerto» per le intervista concessa da Nunzio Sarpietro. Il giudice infatti «anticipa» la motivazione «ancora da redigere» ed illustra «le modalità di assegnazione del procedimento». «Decisa in suo favore per ragioni di opportunità, per anzianità in sezione e, quindi, per maggiore esperienza e, infine, per prevenire la sovraesposizione mediatica di colleghi più giovani».
“Serpietro avrebbe violerebbe il principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge“
«Questi fatti, se veri,- accusa il Coordinamento di Area- violerebbero il principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge che impone, proprio a tutela della terzietà ed imparzialità del giudice, che le assegnazioni dei fascicoli siano effettuate secondo criteri predeterminati ed automatici».
Non solo: «affermare, poi, che non sia appropriato affidare la trattazione di un processo a colleghi giovani, sol perché il singolo affare risulti complesso o foriero di esposizione mediatica, non può che svilire agli occhi dell’opinione pubblica la professionalità e la competenza di tantissimi giovani colleghi. Molti dei quali affrontano quotidianamente processi estremamente impegnativi e che, in non pochi casi, sono esposti al rischio della stessa vita».
Si tratta di parole «ingenerose ed inopportune» scrivono le toghe.
Il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge impone ai magistrati «di dedicare pari attenzione, cura e professionalità senza distinzione tra le persone che vi sono coinvolte, rifuggendo da protagonismi e dalla ricerca di esposizioni mediatiche», concludono le toghe progressiste.
A febbraio Sarpietro beccato dalle Iene
Il 2021 è l’anno degli scivoloni del giudice Serpietro. A febbraio scorso fece discutere quando venne beccato dalle Iene di Italia Uno a pranzo in un ristorante in piena zona arancione.
Il Gup catanese entro l’anno andrà in pensione. Pare voglia lasciare il segno prima di congedarsi, ma a volere esagerare potrebbe anche chiudere con un botto troppo eccessivo la lunga carriera in magistratura.
F.F.