Dal Gioco Reale di Ur (uno dei ‘titoli’ più antichi della storia, risalente al III millennio a.C.) al più recente Dixit, l’uomo non ha mai smesso di giocare. Quel momento magico in cui un dado rotola sul tavolo o una piccola pedina viene spostata sulla plancia accomuna milioni di appassionati in ogni epoca.
Oggi il gioco è stato definitivamente sdoganato: da semplice passatempo a vero e proprio fenomeno culturale capace di influenzare ambiti della società diversissimi tra loro. Strumento di narrazione e ispirazione in campo cinematografico, leva di team building e problem solving in ambito aziendale. E ancora, occasione educativa nelle scuole per stimolare la collaborazione, l’ingegno e l’apprendimento esperienziale.
Il gioco, dunque, si impone come forma di condivisione, crescita e sviluppo personale e collettivo; in grado di unire mondi e persone differenti aprendo nuove prospettive di relazione e conoscenza.
Negli anni, poi, ha saputo evolversi ed adattarsi. I grandi classici come Monopoli, Scarabeo e RisiKo! hanno accompagnato (ed accompagnano a tutt’oggi) intere generazioni. Ma il panorama attuale è estremamente ampio. Titoli come I coloni di Catan o Carcassonne hanno aperto la strada ad un’ondata di giochi moderni capaci di regalare partite imprevedibili ed avvincenti.
Giocare, dunque, non significa solo puntare alla vittoria ma soprattutto vivere un’esperienza. Un rifugio analogico in cui riscoprire la gioia di raccontare storie, guardarsi negli occhi, ridere e condividere del tempo insieme. Qui, i giochi di ruolo sono i protagonisti: uno storytelling che diventa un viaggio verso infiniti orizzonti da raccontare ed esplorare guidati solo dalla propria immaginazione. In tal senso, il gioco da tavolo (e soprattutto quello di ruolo) è un medium culturale, al pari del cinema o della letteratura, capace di narrare storie e di stimolare la creatività.
Ma non finisce qui!
I giochi sono diventati anche oggetti di culto e dal grande valore economico. Illustratori di fama internazionale firmano le carte, grafici e designer curano i materiali sempre più vari, le scatole diventano piccole opere d’arte da collezione. E tutti, dall’appassionato comune alla star internazionale, vogliono quel pezzo raro. Celebre è il caso della recente collaborazione tra il gioco di carte collezionabili più famoso, Magic: The Gathering, e l’universo tolkeniano del Signore degli Anelli. La carta speciale de L’Unico Anello, stampata in un’unica copia al mondo numerata 001/001, è stata acquistata dal rapper americano Post Malone per la cifra record di oltre due milioni di dollari. Un vero e proprio tesssoro!
I games sono ormai parte della cultura pop contemporanea. Lo dimostrano i numerosi Festival del Fumetto e del Gioco, le Associazioni attive sul territorio, i negozi di settore ed i locali che organizzano cene con delitto per attrarre il pubblico. Menzione d’onore, indubbiamente, merita il cinema. Serie come StrangerThings hanno riportato in auge il gioco di ruolo più famoso di tutti i tempi: Dungeons & Dragons. The Queen’s Gambit ha rilanciato la passione per gli scacchi, o ancora, il successo globale di Squid Game ha mostrato come il gioco possa diventare una metafora sociale.
E quando la partita finisce e la scatola si chiude, la magia non si spegne. Rimane il ricordo di un sorriso, di un colpo di scena, di una mossa avventata rivelatasi decisiva per la vittoria. Ecco il segreto della sua forza, il gioco da tavolo parla un linguaggio universale e ci ricorda il piacere più semplice ed antico: stare insieme…pronti per la prossima partita!