Si ripartirà dal testo del Ddl Zan in Senato a sei mesi dalla bocciatura quando a fare scalpore furono gli applausi scroscianti da parte dell’opposizione.
L’obiettivo per Enrico Letta, segretario del Pd, è portare a casa una legge contro i crimini d’odio. E si ripartirà proprio dall’essenza del ddl Zan che verrà depositato a Palazzo Madama: «Sarebbe una sconfitta chiudere la legislatura senza l’approvazione di questo provvedimento», afferma Letta.
«Per noi il campo dei diritti è prioritario, in questi mesi ci sono stati alcuni importanti passi avanti su temi alcuni affrontati fuori dal Parlamento. Penso alla sentenza della Corte costituzionale sulla questione del cognome materno. In alcuni casi – sottolinea il segretario del Pd – sono passi fatti dal Parlamento e penso al suicidio assistito lavorando strenuamente in modo molto costruttivo, positivo e con risultati importanti».
Letta lascia spazio anche alle modifiche a patto che non si stravolga il senso del ddl.
«Finché c’è legislatura c’è speranza, – chiosa Alessandro Zan, il parlamentare da cui il disegno di legge prende il nome – una legge contro i crimini d’odio esiste in tutta Europa, tranne che in Italia, Ungheria e Polonia. E l’Italia non può diventare l’Ungheria di Orban». E invece al momento, il Paese sembra ad un passo dal diventare una meta anti LGBT.
Ma la Lega dice “no”
A schierarsi contro il ddl Zan alla notizia del suo ritorno in Senato è il senatore della Lega Simone Pillon: «Noi abbiamo presentato questa mattina in commissione Giustizia il testo unificato, ddl Pillon, sull’affido condiviso. Ci sono papà che non vedono i figli da mesi, se non da anni. Queste sono priorità o emergenze. Non ci sono ferite da sanare. Ci sono ideologie da imporre vedi l’identità di genere, che porta un uomo a vincere tutte le gare femminili o i bambini nelle scuole da indottrinare con la teoria gender».
Che questa sia la volta che l’Italia si emancipi nel campo dei diritti civili?