La figura di Franco Battiato, la sua essenza e gli strumenti pratici che ha lasciato per migliorare noi stessi al centro dell’incontro organizzato da Nuova Acropoli lo scorso sabato pomeriggio nella sede di Catania in via Fimia, intitolato Capire la mia essenza.
Incontro svoltosi in forma d’arte
Grandissima partecipazione di persone di tutte le età all’incontro, che ha visto Martin Iacono e Francesca Vitale, due tra i più importanti membri dell’associazione a Catania, nel ruolo di relatori e i musicisti suonare i brani di Battiato definiti come quelli per eccellenza per conoscere meglio sé stessi e quindi riscoprire meglio la propria essenza.
L’incontro si è svolto in forma d’arte, sia perché includeva l’esecuzione di alcuni brani di Battiato, con alcuni cantanti e pianisti soci e non che hanno collaborato, che perché i lettori hanno letto in forma artistica gli scritti del cantante ripostese. Una conferenza che ha avuto al suo interno delle pratiche e dei momenti poetici e che per questo è stata definita alternativa.
Una conferenza alternativa con pratiche meditative
A margine dell’incontro Iacono ha affermato: «Durante la parte della conferenza si è parlato di tutti i riferimenti che Battiato nella sua opera artistica ha lasciato sia in maniera chiara ed evidente che in maniera nascosta. Lui lasciava le cose un po’ più particolari a chi era in grado di coglierle perché ne aveva bisogno e per non dare tutto a tutti. Da una mia esperienza di studio personale su Battiato, che per me è importantissimo e che ringrazio tanto per quello che mi ha lasciato, ho toccato le sue strade di ricerca, tra le quali la quarta via e il suo maestro Henri Tomasson, le sue influenze mediorientali e Guidalberto Bormolini, che gli è stato molto vicino negli ultimi anni della sua vita e dal quale ho preso a prestito una pratica meditativa che abbiamo fatto tutti insieme».
Gli spunti sono stati tanti e hanno riguardato «la sua opera, che è veramente poliedrica e che si articola in diverse direzioni come fa un poeta, che sa creare un’opera. L’opera non può essere sempre la stessa e Battiato riuscì a creare l’opera tramite il cinema, tramite la canzone, tramite la scrittura colta e tramite la pittura».
Giuliano Spina