Antonino Sciuto aveva fatto un duplicato delle chiavi di casa per spiare l’ex fidanzata e la pedinava attraverso un Gps installato sotto l’auto della ragazza : a raccontare i dettagli dell’amore malato del 38enne, il padre di Vanessa Zappalà assassinata mentre passeggiava con le amiche ad Acitrezza.
Uno scenario da brividi: la convivenza tra i due a casa del padre era sfociata in litigi e violenze. Così il padre, stanco delle angherie subite dalla figlia mette quell’uomo che non gli era mai piaciuto alla porta. E da quel momento l’incubo inizia.
«Quando dopo botte e parolacce mia figlia l’ha mollato, quando io gli ho tolto le chiavi di casa, ha cominciato ad appostarsi per ore sotto le finestre o davanti al panificio dove Vanessa lavorava», dice l’uomo in un’intervista al Corriere.it
«Dopo la frattura di dicembre, dopo un inverno passato da Vanessa prigioniera in casa per paura di incontrarlo, dopo mille minacce, abbiamo dovuto mettere nero su bianco. Perché abbiamo scoperto che con un duplicato delle chiavi la sera si intrufolava nel sottotetto di casa mia, una sorta di ripostiglio, e dalla canna del camino ascoltava le nostre chiacchiere».
Sciuto, preso con le mani del sacco, ha trovato un altro escamotage per controllare padre e figlia: «Con dei Gps, delle scatolette nere piazzate sotto la macchina di Vanessa e sotto la mia», racconta il papà di Vanessa.
Scatta la denuncia ma dopo pochi giorni il 38enne, morto suicida dopo l’omicidio, è già stato scarcerato: «Trovano un pazzo di catena che spia dal camino o con i Gps – si sfoga l’uomo – un violento che picchiava la ragazza, sempre coperta da foulard e mascariata di fard, e che fanno? Dopo una notte in caserma, il 7 giugno, un martedì, e una di interrogatorio, arriva il giudice e lo manda a casa con gli “arresti domiciliari”. Inutili. Perché tre giorni dopo, il sabato, era il 13 giugno, ce lo ritroviamo tra i piedi, ma con un provvedimento altrettanto inutile: l’obbligo di non avvicinarsi a mia figlia per 200 metri. È questa l’Italia che vogliamo? Davvero pensano che da 200 metri non si possa fare male? Oppure che un pazzo come questo non possa armarsi e sparare da tre metri?».
Per due mesi, Sciuto sparisce mentre la giovane continua a vivere da reclusa con il timore di incrociarlo per strada. Poi la tragedia.
Fiaccolata in ricordo di Vanessa a Trecastagni
«Seppur consapevoli che non può esserci rassegnazione né conforto per la morte di una giovane donna vittima della cieca e malata gelosia di colui che non ha accettato la fine della storia,il Sindaco di Trecastagni unitamente alla Giunta, al Presidente del Consiglio ed ai Consiglieri Comunali, oggi alle ore 20 ricorderanno Vanessa Zappalà deponendo un mazzo di fiori dinnanzi alla panchina rossa, posta in piazza Aldo Moro», così l’amministrazione di Trecastagni annuncia la celebrazione commemorativa di un’altra vittima di femminicidio.
«In questi tempi di forte individualismo è necessario recuperare il senso di appartenenza, oggi più che mai dobbiamo essere comunità, mostrare vicinanza ed affetto alla famiglia, condividere il loro dolore. Invitiamo pertanto la cittadinanza, nel rigido rispetto delle norme di contenimento per il covid-19, a prendere parte alla sobria cerimonia commemorativa».
Inoltre, tutte le manifestazioni programmate questa settimana saranno sospese. Verrà proclamato lutto cittadino.
E.G.