Lo spazio nelle discariche rischia di esaurirsi nel giro di qualche mese e si parla di emergenza rifiuti.
A Catania venerdì scadrà il termine per l’invio fuori regione di 350 tonnellate al giorno, mentre dall’altra parte si parla dei contestati termoutilizzatori, impianti che tramite incenerimento o altri processi chimici dovrebbero chiudere il ciclo.
Il sistema del resto si regge solo su 4 discariche: Bellolampo, con tutti i suoi limiti, la discarica di contrada Timpazzo a Gela, l’Oikos di Motta Santa Anastasia, che accoglie solo l’indifferenziato a secco, dopo lo stop alla discarica di Lentini, gestita da Sicula Trasporti, e la Siculiana. A questo si aggiunge un impianto minore, A&G a Camastra.
Il problema principale è che non c’è più lo spazio e gli sforzi fatti per la differenziata dai piccoli centri, è vanificata dalle grandi città come Palermo che si attesta al 20% e Catania al ridosso del 15%.
Bisognerebbe accelerare sulle nuove strutture. A Bellolampo si cerca di trovare uno spazio nella terza e quarta vasca.
Il primo lotto potrebbe essere completato prima di settembre e poi anche un ampliamento di contrada Borranea a Trapani, per il quale è stata avviata una gara così come in contrade Salinelle a Sciacca nelle fasi preliminari.
Nel frattempo a Catania lo stop a Sicula Trasporti ha creato scompensi: nella fase preliminare sono arrivate 4 offerte e il prezzo sia aggirerà intorno ai 300 € a tonnellata sarebbe a dire 300 milioni all’anno.
L’ipotesi finale resta il termoutilizzatore. In questa settimana l’assessorato all’energia dovrebbe indicare quale proposte accettare, delle 7 presentate, utilizzando le aree industriali.
In questo modo si potrebbe produrre, anche in alternativa al gas, l’energia per alimentare gli insediamenti produttivi e trasformare l’immondizia in materie prime da utilizzare. Tutto questo non prima di tre anni.