Il Duomo nell’Isola di Ortigia a Siracusa può considerarsi come uno dei tesori artistici più importanti della Sicilia. Situato sulla sommità dell’isola l’area in cui sorge era già dedicata al culto sacro da ancora prima della nascita di Gesù Cristo, quando i siculi vennero a insediarvisi.
Da sempre il punto della sacralità a Siracusa
Il Duomo di Siracusa quindi è stato per il capoluogo aretuseo il punto della sacralità senza interruzioni nel corso dei secoli, anche se al suo interno tutti i popoli che hanno dominato la Sicilia hanno lasciato anche in questo caso, come per Ragusa Ibla, una traccia del loro passaggio.
La conferma arriva dalla guida turistica Carlo Castello, componente del consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Guide Turistiche, che sottolinea come il sito su cui sorge il Duomo sia unico nel suo genere, soprattutto da un punto di vista storico.
«Il luogo sacro – afferma Castello – ha le sue origini nell’VIII secolo a.C. e corrisponde al punto più alto dell’isola di Ortigia. Negli anni 90′ durante i lavori di pavimentazione sulla piazza fu trovato un recinto sacro di nome Oikos, la casa della divinità Artemide, che risaliva appunto all’VIII secolo a.C, quindi è un recinto sacro che dimostra come i Greci ringraziarono la divinità per avergli concesso di fondare la città. L’Oikos fu poi circondato da un colonnato e divenne un tempio. Ci troviamo nel centro di piazza Duomo».
Il tempio greco di Gelone punto di partenza storico
In termini storici bisogna quindi partire dal tempio greco costruito da Gelone nel V secolo a.C. e «sono presenti le colonne doriche sia all’interno che all’esterno, la base, il muro della cella all’interno della Cattedrale. Il tempio fu trasformato in chiesa cattolica nel periodo dei Bizantini, che eseguirono questa operazione di trasformazione anche in altre città. La Cattedrale di Siracusa è rimasta anche negli anni successivi un edificio sacro, in quanto gli Arabi la trasformarono in moschea nel IX secolo d.C.. Poi due secoli dopo i Normanni la trasformarono di nuovo in una chiesa».
Qualcosa cambiò con la ricostruzione settecentesca
E anche in questo caso il terremoto del Val di Noto del 1693 rappresentò una svolta, in quanto «venne distrutta e rifatta nella metà del Settecento. La Cattedrale sorse nel 1756, ma la sua cosa più bella è che al suo interno conserva tutte le testimonianze di buona parte dei popoli venuti in Sicilia. Infatti al suo interno l’altare maggiore è la parte barocca, poi ci sono le colonne greche, il muro che chiude lo spazio tra una colonna e l’altra è di origine bizantina, il muro della cella è normanno, il tetto e il pavimento sono spagnoli. E’ quindi un palinsesto di tutti i popoli che hanno invaso la Sicilia hanno lasciato una traccia e riassume la storia dell’arte della Sicilia».
Ben 25 secoli di storia racchiusi in un edificio di culto
Il percorso consigliato per visitare il Duomo e la zona è «vederlo da piazza Duomo nella sua veste barocca e con la pietra calcarea, le statue, gli angioletti, i putti e i capitelli con le foglie di acanto. Quando vi si entra la sorpresa è enorme, perché ci si mette al centro della navata centrale guardando l’altare barocco settecentesco e di dietro invece si trovano le colonne greche del V secolo a.C.. Questo larghissimo periodo storico, con 25 secoli, ha fatto sì anche che Siracusa diventasse patrimonio dell’Unesco. Nessun altro centro storico in Italia ha la varietà che ha il nostro centro storico, se si pensa che il corso Matteotti attuale fu fatto nel periodo fascista».








