“Non sarò il candidato del centrodestra”. Sono queste le parole del più corteggiato candidato alla poltrona di presidente della Regione Siciliana, Cateno De Luca.
L’ex sindaco di Messina non si lascia ammaliare dalle lusinghe sia di Miccichè che della Lega che vorrebbero coinvolgerlo, con lo zampino di Raffaele Stancanelli, mentre Raffaele Lombardo si è offerto nel ruolo di ambasciatore.
De Luca vuole andare oltre Musumeci, al momento sono queste le sue intenzioni. Si dice compiaciuto di così tanta attenzione, ma che arriva forse troppo tardi.
Ieri intanto il presidente ha detto che non c’è alcuna crisi di governo.
E su questa dichiarazione, l’ex sindaco di Messina, sottolinea la precarietà di una giunta e forse anche di un personaggio politico che sta commettendo degli errori, gravi.
C’è anche chi ipotizza che il governatore siciliano possa correre da solo.
La storia in questo caso ci viene incontro e ci ricorda che quando si candidò nel 2006 e nel 2008 contro Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, non raggiunse nemmeno il 5 per cento.
De Luca, oltre a correre per palazzo d’Orleans, si ricandiderà come capolista a Messina, per fare – spera – il presidente del Consiglio.
Una scelta motivata dal suo desiderio di salvaguardare il lavoro fatto in questi anni, e per non tradire la fiducia dei tanti cittadini che adesso si fidano di lui.
Un espediente tecnico per continuare a lavorare per la città e guidare il passaggio dalla ‘fase De Luca’ alla ‘fase oltre De Luca’.
Si muovono i primi passi verso la campagna per le Regionali, con a fianco esponenti del Pd, Cinque Stelle, del centrodestra.
Si parte da Catania per poi ripetersi anche in altre città.