Cattedrale Santa Maria Nova, dalla costruzione ai lavori attuali

di Giuliano Spina

Fra i tesori artistici presenti nella nostra Isola c’è anche la Cattedrale di Santa Maria Nova a Caltanissetta. Un edificio che affiora le sue radici nel XVII secolo, quando il popolo nisseno manifestò la sua volontà di avere una chiesa principale e più grande, data anche l’espansione verso nord della città rispetto al castello e alla vecchia chiesa madre.

L’esigenza di una nuova chiesa madre

Dopo la costruzione di una deputazione per la nuova chiesa madre nel 1545 da parte dell’arciprete Francesco Diforti la costruzione ebbe inizio nel 1570 con la posa della prima pietra e nel 1622 la nuova chiesa venne inaugurata, ma all’epoca aveva una forma completamente diversa rispetto a quella attuale.

La storia di questo meraviglioso esempio di arte in Sicilia la racconta Valentina Curione, socio della Pro Loco di Caltanissetta e formatore Unpli, che parla della storia della Cattedrale di Santa Maria Nova negli anni a seguire.

«L’esigenza di costruire una cattedrale – ha detto la Curione – a Caltanissetta, diventata diocesi solo nel 1844, quando venne riconosciuta come diocesi a sé stante rispetto a quella di Agrigento, ci fu in coincidenza con l’estensione longitudinale della città verso l’attuale parte alta. La chiesa di San Domenico nel quartiere Angeli non fu più sufficiente né a rispondere a esigenze urbanistiche né da un punto di vista demografico. La posa della prima pietra avvenne nel Piano dell’Annunziata, chiamato così per via della presenza della chiesetta dell’Annunziata dove adesso c’è il municipio, nel 1570».

Da dove deriva il nome della Cattedrale?

Il nome Santa Maria Nova deriva dal fatto che «si doveva distinguere da un precedente chiesa intitolata a Santa Maria, che si trovava sempre nel quartiere Angeli e che da quel momento verrà chiamata Santa Maria la Vetere. La cattedrale venne edificata inizialmente con un impianto basilicale, che non comprendeva transetto, abside, campanili e cupola. Tra il 1718 e il 1720 si realizzò il primo ciclo di affreschi per mano del pittore fiammingo Guglielmo Borremans e nel primo dopoguerra vennero costruiti il transetto dell’abside e i campanili, uno dei quali venne abbattuto il 9 luglio del 1943 in occasione dei bombardamenti e nel secondo dopoguerra».

«Nel secondo dopoguerra vennero realizzati gli affreschi a opera di Nicola Arduino su un nuovo testamento, che si trovano nell’abside. Lo stesso artista recuperò parte di quelli della volta distrutti durante il bombardamento e a opera di Salvatore Seme sono stati realizzati ulteriori affreschi che coprono il transetto lo scorso mese di settembre».

I lavori attualmente in corso

I lavori però proseguono, in quanto «si stanno realizzando le quattro vele dell’altare che riproporranno le figure degli evangelisti. La Cattedrale è in stile barocco, ma diverso da quello del Val di Noto, senza facciate arzigogolate, bensì lineari. Ma il ciclo pittorico realizzato da Borremans fa sì che la Cattedrale venga riconosciuta anche come Bibbia dei Poveri perché la costituzione di questi affreschi nella loro interezza fa capire come si seguirono le indicazioni del canonico dell’epoca. Sapendo leggere le storie riproposte nel colonnato si può leggere l’Antico Testamento, assieme alle storie dei santi Pietro e Paolo. Dati i tassi alti di analfabetismo di allora si riusciva a trasmettere la storia della Bibbia in modo visivo».

Cosa contiene al suo interno la Cattedrale?

All’interno della Cattedrale si trovano «la statua dell’Immacolata Concezione rivestita totalmente in argento, che fu oggetto di un atto di delinquenza nella notte tra il 24 e il 25 novembre 1976 da parte di alcuni ladri, che le ruppero anche un braccio. C’è anche il simulacro di San Michele realizzato nel 1625 da Stefano Li Volsi, un artista di Nicosia che utilizzò due tipi di legno differenti per realizzare corpo e viso. Per il viso fu usato un legno più malleabile».