Ieri abbiamo parlato della leggenda della giovane nobildonna che si aggira all’interno del castello di Milazzo. Ma adesso scopriamo bene la storia di questa imponente costruzione che sorge sulla sommità sud di Capo Milazzo e che sovrasta il borgo antico di Milazzo.
Il monastero seicentesco
Il nucleo preistorico risale al VIII secolo a. C. con il neolitico e la Necropoli e in seguito l’inediamento si è sviluppato nei periodi delle dominazioni greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola, austriaca, inglese, borbonica fino all’istituzione al suo interno del carcere giudiziario nel 1880.
Il passaggio da quell’epoca ai giorni nostri ce li racconta la guida turistica Beatrice Lumia, che sottolinea anche come dopo la dismissione del carcere giudiziario il castello venne abbandonato per tantissimo tempo, quasi fino ai giorni nostri.
«Sono stati fatti dei lavori in tutto il castello – ha detto la Lumia – perché il castello è stato chiuso dopo che è stato dismesso il carcere giudiziario che era allestito all’interno. Il monastero venne costruito nel 1616 e che venne utilizzata per un secolo. In seguito venne abbandonata perché le monache si spostarono in un monastero più sotto rispetto al castello e venne adibito a vari usi tra i quali quello di ospedale militare».
Il nucleo visibile più antico
Il nucleo storico visibile del castello però «è quello della torre normanna e probabilmente ci sono delle preesistenze, quindi si colloca alla fine del XI secolo. Il monastero quindi si è inserito all’interno di una struttura già esistente tra la cinta spagnola e quella aragonese, perché il castello di Milazzo ha tante stratificazioni a livello difensivo. Dalla torre normanna si sono sviluppate la struttura sveva, quella aragonese e quella spagnola. Il carcere venne dismesso alla fine degli anni ’50 e il castello cadde in abbandono. Furono fatti dei lavori e un quindicina di anni fa venne riaperto al pubblico. Negli anni ’90 vennero fatti spettacoli, ma per il resto il castello non era fruibile».