Capienza 100% all’Ariston ma le discoteche rimangono chiuse.
La platea è piena e le scelte di regia ci tengono a ricordarlo ai telespettatori a casa. La capienza è al 100% all’Ariston, il teatro dove si svolge la 72esima edizione del Festival di Sanremo: all’ingresso il pubblico è in fila, mostra il Super Green Pass e viene chiesto loro un cambio di mascherina. Niente tampone obbligatorio per partecipare. È un’importante novità per la kermesse: nel 2021, infatti, quando Amadeus e Fiorello salirono sul palco, ma ad attenderli c’erano soltanto poltroncine vuote.
Il via libera in occasione del Festival di Sanremo, però, ha generato una scia di polemiche. Ci sono “figli e figliastri” perchè le discoteche rimangono chiuse e prive di ristori, bloccate in un girone di indifferenza.
“Applicati i protocolli di cinema e teatri”
La priorità era che il Festival si svolgesse in sicurezza, seguendo le norme varate dal Governo per cinema e teatri. Capienza al 100%, obbligo di mascherina e divieto di consumazione in loco.
«Quello che abbiamo visto a Sanremo segue semplicemente il protocollo valido per la riapertura di teatri e cinema – afferma Gabriele D’Ambra Vice Presidente Assointrattenimento – anzi penso che con quel momento “dj set” abbiano voluto includerci in qualche modo visto il periodo di sofferenza che stiamo attraversando».
Secondo le ultime indiscrezioni, il Governo avrebbe deciso di riaprire le discoteche dopo il 10 febbraio trovando così un compromesso tra chi, come il Ministro Speranza, riteneva fosse ancora prematuro tornare a ballare e i gestori.
«Non crediamo troppo nella riapertura dell’11 febbraio. Avevano promesso che nel periodo di Capodanno non avremmo chiuso e invece da decreto scopriamo che avremmo dovuto annullare tutte le serate a partire dalla mezzanotte del 24 dicembre, rinunciando così al Capodanno ed a circa il 20% del fatturato annuo. Dinanzi a questa notizia, dunque, ci andiamo con i piedi di piombo».
Una riapertura dal sapore dolceamaro
A fronte dell’abbassamento della curva epidemiologica, infatti, il Governo è sulla via del ritorno alla normalità.
«Il rallentamento delle reti del contenimento della pandemia ci fa ben sperare che questa “leggerezza” varrà anche per le discoteche ma siamo ancora soggetti alla riduzione al 50% della capienza, quando questo parametro è già ridotto normalmente rispetto alle concorrenti europee. Per noi, il Governo va a tentoni in quanto non ascolta nessun consiglio dal mondo dell’impresa. Per non parlare dei ristori: non ci danno la possibilità di sopravvivere».
E se a Berlino la campagna di vaccinazione si svolge anche nei club, in Italia la proposta è stata accantonata: «I locali delle discoteche sono molto grandi, avremmo avuto tutto lo spazio disponibile per attuare la proposta che abbiamo avanzato nel settembre 2020», sottolinea D’Ambra.
Ad oggi nel concreto non ci sono certezze per le discoteche.