L’ispettore è arrivato all’Istituto Ardizzone Gioeni. Con lui, però, anche un gelido freddo che gli ospiti della struttura non riescono a combattere.
Le precedenti denunce sporte da Jessica Costa, ipovedente ed ospite da anni, sembrano non aver ottenuto i risultati sperati. La giovane, infatti, lamenta un guasto alla caldaia che impedisce il riscaldamento degli ampi spazi dell’Istituto Ardizzone Gioeni. Un guasto che rende anche le più piccole attività giornaliere insopportabili.
«Ancora ad oggi nonostante le reiterate richieste da parte della sottoscritta -afferma Jessica Costa- e le reiterate richieste sia verbali che scritte da parte del responsabile del convitto, il sig. Commissario Gianpiero Panvini si ostina nel prendere seri ed immediati interventi».
«Noi tre residenti e i dipendenti per mancanza di riscaldamento nei locali comuni dobbiamo sopportare il freddo. È assurdo che nel terzo millennio persistano problemi del genere, è assurdo che debba andare in una stanza non mia per farmi la doccia dovendo percorrere esternamente il cortile per andare al primo piano».
Un tragitto che la ragazza deve compiere tutti i giorni, due volte al giorno, esposta al gelido vento che attraversa i corridoi aperti. Temperature che non diventano più confortanti neanche nella sua stanza privata dove, malgrado il condizionatore, la finestra rotta permette all’aria fredda di entrare.
«Io sono sempre con il giubbotto -racconta Jessica. L’unica “vittoria” che ho ottenuto è uno scaldino di 10L ma fa poco. Aggiungo che le temperature così rigide a cui sono perennemente esposta mi hanno provocato diversi dolori alla schiena».
La giovane ospite è coinvolta, inoltre, anche in contenzioso con l’Ente. Panvini, infatti, aveva firmato lo sfratto contro la ragazza, un’istanza che sarebbe scaduta negli ultimi giorni di dicembre. Jessica però, ha pagato anche la retta di gennaio procedendo con il suo legale a presentare ricorso al Tar. Una retta saldata malgrado i molteplici disservizi che vivono nel quotidiano gli ospiti.
«Gli spazi comuni sono spesso sporchi e dunque dobbiamo occuparcene noi. Panvini mostra poca cura nei confronti della nostra struttura, in un momento così come delicato come quello che stiamo affrontando a livello sanitario. È stato lo staff ad interessarsi per il nostro inserimento, in quanto categoria fragile, nella campagna vaccinale contro il Covid19. Non viene mai effettuata una sanificazione, è finito anche l’igienizzante per le mani», sottolinea l’ospite.
Il clima che si respira all’interno dell’Istituto Ardizzone Gioeni è teso come un corda di violino. I dipendenti vivono nell’incertezza di ricevere lo stipendio a fine mese, vittime forse dell’atmosfera di precarietà che ha avvolto il mondo del lavoro. Con la chiusura della scuola per ciechi e nessuna attività in programma, anche i pochi ospiti temono di trovarsi presto senza casa, vedendo sparire in un buco nero le proprie prospettive per il futuro.
I lavori fantasma
Da tempo, inoltre, il commissario Panvini cerca di trasferire i residenti in altre strutture “temporanee” tirando in ballo presunti lavori per l’adeguamento dei locali. I lavori, però, non sono mai partiti.
«Il Sig. Commissario sbandiera ai quattro venti che farà dei lavori di adeguamento dell’istituto -aggiunge Jessica- ma ancora ad oggi e addirittura dal 26 Agosto 2020 non si vede altro che una serie di incarichi professionali a tecnici ingegneri, architetti, e legali. Ma della data di inizio dei lavori nemmeno a parlarne. Addirittura sono stati spesi circa 160 mila euro per sistemare i locali dell’ala est dell’istituto. Lavori conclusi il 13 di ottobre 2020: trascorsi tre mesi dalla consegna, non si hanno le dovute autorizzazioni. Dunque abbiamo spazi immacolati ma non usufruibili».
«Sbandiera di una convenzione con l’Ersu di Catania, ma anche questa è rimasta ferma chissà perché? La convenzione è stata deliberata nel mese di settembre dal CDA dell’Ente. Questa convenzione però ad oggi pare non sia stata recepita dall’ istituto e firmata dal Segretario Generale in sostituzione del Commissario Panvini, poiché quest’ ultimo risulta capo redattore dell’ufficio stampa dell’Ersu di Catania».
Quale sarà il futuro dell’Ente?
Come annunciato su L’Urlo il mese, scorso, l’assessore regionale Antonio Scavone aveva nominato un ispettore al fine di verificare quanto denunciato dai residenti.
ll dott. Saverino Richiusa ha già fatto visita all’istituto: adesso gli ospiti attendono l’esito della relazione da lui redatta. Un documento che potrebbe cambiare per sempre le loro sorti.
«Ci auguriamo che questa ispezione possa fare luce su quanto fatto e che sia la volta buona che l’ assessore mandi una persona competente ad amministrare l’Ente. Non chiediamo la luna -conclude la giovane- ma soltanto comprensione, ci hanno tolto la dignità. Solo chi non ha un briciolo di umanità non riesce ad immedesimarsi nelle disgrazie altrui».
E.G.