Il Castello Incantato di Sciacca, un luogo davvero unico in Sicilia per la sua storia e per quella del suo creatore Filippo Bentivegna. Una storia che coinvolge anche alcuni aspetti della psiche umana, in relazione all’effetto che un trauma può avere in ognuno di noi. Ma questo luogo è anche una delle culle dell’art brut, dato che Filippo Bentivegna ne ha rappresentato uno dei massimi esponenti.
Una corrente artistica davvero particolare e che si sposa bene con quella che è la storia di Bentivegna, per le vicissitudini che lo hanno coinvolto dopo il trauma per quanto gli è accaduto negli Stati Uniti.
Cosa contiene il sito al suo interno?
A parlare dell’unicità del Castello Incantato di Sciacca è il presidente della società cooperativa che lo gestisce, Giuseppe Gulino, che spiega anche come Bentivegna nei suoi dipinti mostrasse una passione per i paesaggi.
«Il Castello Incantato – sottolinea Gulino – è un’opera d’arte che si estende all’interno di un uliveto e di un mandorleto. L’opera d’arte è il giardino nella sua complessità, come se fosse un mosaico. Oggi si trovano 3mila sculture, ma Filippo nella sua vita ne ha realizzate 20mila. Prevalentemente sono teste e oltre alle pietre sono scolpiti anche gli alberi e c’è una casa, che era il suo laboratorio e dove ci sono dei disegni murari. Lì ha raffigurato Sciacca vista dal mare mescolata con i grattacieli visti negli Stati Uniti. Essendo re di questo luogo ci sono castelli e torri. Le sculture erano dipinte di colore rosso perché quando era in America c’erano gli indiani con lui».
Tra le sue sculture non solo teste
Filippo Bentivegna però non faceva soltanto teste, bensì anche altro: «Le teste sono soltanto ciò che è rimasto. Dentro questa casa vi era una serie di ceramiche, raffiguranti pesci e stelle marine, delle quali non ne è rimasta traccia e delle quali alcune si trovano a Losanna. Poi faceva di totem di legno con tutte le facce e c’erano le opere segrete, che teneva nascoste. Queste ultime raffiguravano organi sessuali maschili di tutte le misure e forme e il scettro era uno di questi».
Il Castello detiene un primato: qual è?
L’art brut è unica anche per altri aspetti, in quanto «oggi Filippo Bentivegna è riconosciuto come il maggiore esponente dell’art brut mondiale e il termine lo ha inventato l’artista francese Jean Dubuffet. Questo tipo di arte è fatta dalle persone ignoranti, che non sanno leggere e che non sanno scrivere e che quindi creano arte come gli uomini primitivi. Dubuffet cominciò a raccogliere queste opere nei villaggi sperduti dell’Africa, nei manicomi e nelle carceri e realizza una grandissima collezione, che adesso si trova nel museo a Losanna. Dubuffet trovò le opere di Filippo Bentivegna, definendole le migliori della sua collezione. Fino a 5-6 anni lo Stato Italiano non riconosceva l’art brut come arte e il Castello Incantato è stato il primo sito in Italia a essere riconosciuto come sito artistico per l’art brut. Oggi il museo ha tutte le tutele che hanno tutti gli altri monumenti in Italia dopo tante nostre battaglie».
Filippu u Pazzu per i saccensi, ma visitatori soddisfatti delle sue opere
Filippo tra i saccensi non aveva una buona nomina, ma quello che si trova dentro al sito piace molto ai visitatori.
«Filippo veniva considerato come il pazzo del paese per quello che ha fatto e veniva chiamato Filuppu u Pazzu. Molte persone venivano per prenderlo in giro e lui le cacciava. Era un po’ ai margini della società, ma adesso le sue opere sono apprezzatissime perché si trova un bene culturale che non si può vedere in altri posti al mondo. Se uno vuole vedere determinati monumenti deve venire sul posto e il Castello Incantato di Sciacca è uno di questi».








