Da qualche anno nelle città della nostra Isola l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha installato le centraline, ovvero delle stazioni per il monitoraggio della qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno. Sono in tutto 53 e sono state installate il 15 luglio del 2021.
Come sono geograficamente distribuite attualmente?
Sono state installate con lo scopo specifico di fornire un’informazione completa relativa alla qualità dell’aria per un concreto ed esaustivo contributo alle politiche di risanamento. Di tutte queste 7 sono a Palermo, 5 a Catania, 2 a Messina, 30 nelle aree industriali e nel resto del territorio regionale 9.
Sono provviste di analizzatori per tutti le sostanze inquinanti per le quali è obbligatorio il monitoraggio, tra le quali figurano piombo e arsenico, e nelle aree industriali, assieme a tutti i parametri non conformi alla norma sono monitorati anche altri inquinanti che non sono conformi, come gli idrocarburi non metanici e l’idrogeno solforato.
Si lavora per la centralina di Cesarò
Come abbiamo detto sono passati quattro anni dalla loro installazione e adesso è anche tempo di bilanci. A dare un’idea è la direttrice dell’Unità Operativa Complessa Qualità dell’Aria di Arpa Sicilia, Anna Abita, che spiega prima di tutto come si stia lavorando per la centralina di Cesarò, nel Messinese, non ancora attiva.
«Noi abbiamo realizzato la rete regionale nel 2021 – ha detto la Abita –, l’unica stazione non ancora operativa è quella di Cesarò, che fa parte di un fondo regionale, per cui aspettiamo ancora l’attivazione del collegamento dell’energia elettrica perché ancora l’Enel non l’ancora fornita. Alcune stazioni erano già operative, in quanto c’erano ancora prima del 15 luglio del 2021 diversi gestori, tra cui i comuni, i liberi consorzi, che gestivano alcune stazioni. Alcune sono di nuova realizzazione, ma altre sono state implementate nella realizzazione della rete».
Situazione ancora critica nelle maggiori città e nelle aree industriali
Nelle maggiori città dell’Isola però l’inquinamento atmosferico ancora persiste, il tutto a causa di misure non ancora attuate da parte degli enti.
«Stando agli attuali limiti del Decreto Legislativo 255, che saranno ridotti con il ricevimento della nuova direttiva europei, negli agglomerati di Palermo e Catania abbiamo il superamento della concentrazione media annua del biossido di azoto. Quest’ultima è una cosa che si ripete e di fatto non sono state messe in campo misure che potessero determinare il non superamento di questo limite. Abbiamo sforamenti giornalieri del Pm10, alcuni dei quali correlati all’intrusione di polveri italiane, quindi non collegati ad attività antropiche. Nella stagione estiva abbiamo anche superamenti di ozono, un inquinante subdolo che si forma in aria in condizioni di insolazione, quindi difficilmente in termini di misure di intervento».
E nelle aree industriali la situazione è altrettanto critica, in quanto «non sono presenti dei superamenti legati agli inquinanti normati, ma abbiamo concentrazioni medio orarie di idrocarburi non metanici e di benzene, in particolare a Siracusa, molto elevate. Cose che impensieriscono da un punto di vista di salute ambientale».
I programmi per il futuro
Ovviamente l’installazione di nuovi apparecchi va avanti e la Regione Siciliana avrà un compito ben definito per portare alla riduzione nell’emissione di sostanze inquinanti in aria.
«Noi monitoriamo in maniera sempre più performante la qualità dell’aria, stiamo implementando la rete con nuovi analizzatori, anche di inquinanti non normati, ma già indicati nella direttiva europea, per avere un quadro più completo delle concentrazioni in aria. Le misure di risanamento legate ai superamenti sono compito della Regione, che dovrà sicuramente revisionare il Piano Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria e vigilare sull’attuazione delle misure contenute. I limiti per il Pm nella nuova direttiva sono decisamente più bassi e se guardiamo oggi le nostre concentrazioni in aria in confronto ai limiti della nuova direttiva diciamo che in molti stazioni si avrebbe il superamento dei limiti».