Non accetta la separazione dei genitori e addebitando la colpa alla madre minaccia di morte lei e la sorella. Arrestato un 25enne di Catania.
«Appena ti piglio ti sfondo, ti ammazzo». Queste sono solo alcune della frasi che il giovane proferiva nei confronti della madre e della sorella per minacciarle di morte.
Tutto sarebbe da ricondursi al fatto che il 25enne rende la madre responsabile della separazione con il padre. E non accettandolo avrebbe pedantemente riversato la sua frustrazione sulla donna e sulla sorella con minacce e aggressioni fisiche.
Questa Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di un 25enne indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia e di estorsione ha pertanto richiesto ed ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, eseguita dai Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere hanno fatto luce, allo stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contradittorio dell’indagato, sulle condotte che sarebbero state poste in essere dal giovane a partire dal 2017.
Il ragazzo non riuscendo ad accettare la separazione dei genitori, che intimamente addebitava alla madre, si sarebbe reso autore di minacce ed insulti. «Appena ti piglio ti sfondo, ti ammazzo», erano frasi abituali come lo erano le reiterate aggressioni nei confronti di quest’ultima e della sorella minorenne.
Ma il giovane non attivata dei comportamenti malsani nei confronti delle due donne. Il 25enne pretendeva anche che la madre gli desse tutti i soldi di cui disponeva sotto minaccia. I soldi gli servivano per acquistare la droga.
La situazione, già grave, sarebbe ulteriormente degenerata allorquando il giovane dopo la sua scarcerazione, avvenuta nel 2019 in relazione al reato di spaccio di sostanze stupefacenti, è stato posto agli arresti domiciliari presso l’abitazione della madre convivente.
Quotidiane sarebbero divenute le minacce per ottenere continuamente denaro dalla madre. Inizialmente da quest’ultima elargitegli, salvo poi successivamente scoprire che il figlio avrebbe utilizzato quei soldi, ammontanti a circa 400 euro mensili, per comprare sostanze stupefacenti.
Ciononostante la donna, nella speranza di non accendere l’ira del figlio e conseguentemente garantire l’incolumità propria e della figlia, avrebbe continuato a subire passivamente le sue pretese economiche.
In particolare il giovane in un’occasione, a dimostrazione dell’assoluto disprezzo nutrito nei confronti della propria madre, si sarebbe avventato su quest’ultima infilzandole le labbra e la fronte con un forchettone da cucina.
Anche la sorella del giovane però non sarebbe stata indenne dai comportamenti violenti del fratello. Spesso infatti sarebbe stata presa a schiaffi, tirata per i capelli e quindi spinta fuori casa. Tutto ciò a causa dell’incondizionato appoggio da lei fornito alla madre.
L’ultimo grave episodio, che ha fatto alla fine capitolare la povera donna, sarebbe avvenuto lo scorso 29 settembre. In quella data il giovane in compagnia di un amico, munito di una grossa mazza di ferro, si sarebbe presentato presso l’abitazione della madre tentando di abbatterne il portone d’ingresso. E poi inveendo contro di lei e pretendendo contestualmente somme di denaro. Finendo poi per minacciarla anche di ucciderla unitamente alla sorella.
La poveretta, terrorizzata, avrebbe così chiesto aiuto ai Carabinieri. Nelle more del loro arrivo, sarebbe uscita in strada con la figlia per tentare di calmarlo. Ottenendo però purtroppo soltanto la sua esagitata reazione.
Lo scalmanato infatti si sarebbe scatenato contro di loro colpendole ripetutamente con schiaffi e pugni. Solo il provvidenziale intervento di una turista di passaggio, che esterrefatta con il suo telefonino aveva ripreso la scena, avrebbe indotto il giovane a fermarsi e fuggire.
Le ripetute aggressioni fisiche patite hanno pertanto alla fine piegato la resistenza psicologica della madre. La donna ha riferito l’accaduto ai militari della Stazione di Catania Piazza Dante, delegati delle indagini. L’esito ha successivamente consentito alla Procura della Repubblica etnea di richiedere al GIP del Tribunale l’emissione della misura cautelare.