La Cantantessa è tornata più forte di prima. Carmen Consoli, nota con questo nome a tutti gli italiani, non solo ai catanesi e ai siciliani, torna a fare parlare di sé con un nuovo album, Amuri Luci, con un chiaro riferimento alla situazione di Gaza.
Il nuovo album
Si tratta di un nuovo lavoro discografico che farà parte di una trilogia che farà da specchio a quelli che sono i tre profili della sua ormai lunga carriera musicale, ovvero le radici linguistiche mediterranee, il rock e il cantautorato. Quest’ultimo profilo l’ha resa davvero unica a livello musicale e ha reso la sua figura motivo di vanto per tutti i catanesi.
Ma ovviamente, come avevamo già detto, il riferimento è anche a Gaza e in merito a questo ha detto come raggiungerebbe la città con un’imbarcazione, dato che ha seguito le manifestazioni e come avrebbe anche il diritto di navigare in acque internazionali. Quest’ultima è una provocazione alla attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La sua passione per i dialetti e per le lingue antiche
Musicalmente parlando sappiamo molto bene che lei del suo dialetto ha fatto sempre uno dei suoi motori artistici, interpretando anche alcune canzoni in quella che per noi è una vera e proprio lingua e che invece spesso viene discriminata quando un bambino impara a parlare. In merito a questo ha detto come le piaccia imparare un po’ tutti i dialetti d’Italia, dato anche il fatto che sua madre è veneta.
Ma il nuovo album contiene anche dei brani in greco antico e in latino e riguardo a questo Carmen ha anche detto come studiare le lingue antiche le permetta di far suonare la sua voce in modo diverso. L’album è stato pubblicato in digitale nella giornata di ieri e vede anche dei “dialoghi” con Jovanotti, con Mahmood e con il tenore Leonardo Sgroi. Tra i brani in dialetto ce n’è uno con un titolo molto toccante, intitolato Unni t’ha fattu a stati, per il quale non è difficile immaginare il tema.
Nell’edizione odierna del Tgr Rai Sicilia ha detto: «E’ arrivato il momento di fare una bella fotosintesi. Oggi sentivo di dire la mia ripescando autori siciliani importanti, come Ignazio Buttitta, ma anche come Teocrito, e lì abbiamo usato il greco antico, che fa pur sempre parte della cultura siciliana».