Il 10 e l’11 ottobre cinque comuni dell’hinterland catanese saranno chiamati al voto: si tratta di Adrano, Caltagirone, Giarre, Grammichele, Ramacca. In totale sono 43 i comuni siciliani che dovranno eleggere i nuovi sindaci. Cominciano a circolare già le prime previsioni di voto, col centrodestra in difficoltà su (quasi) tutti i fronti.
Ciò che emerge dagli ultimi sondaggi elettorali, spesso veritieri in materia di preferenze dei singoli cittadini, è un quadro quasi inequivocabile. Stando ai dati, infatti, il centrodestra appare in difficoltà praticamente ovunque sul territorio siciliano. E non solo. Questo perché, pure in ambito nazionale, non sembrerebbe esserci una piena convergenza verso le liste di destra, con un’organizzazione migliore del centrosinistra tra alleanze e coalizioni.
Situazione comunque non facile in Sicilia, dicevamo: nonostante al Governo Regionale ci sia Nello Musumeci (rappresentante di Diventerà Bellissima), il ventaglio di scelte offerto nei vari comuni è poco omogeneo e frutto di divisioni interne non trascurabili. Inoltre, le schermaglie delle scorse ore (Salvini ha candidato Minardo, delegittimando di fatto la posizione di Musumeci che ha prontamente risposto per le rime) non hanno fatto altro che evidenziare la carenza di un leader “forte” a destra. La mancanza di un leader che sappia, infatti, raccogliere concretamente i “cocci” del centrodestra e rimetterli insieme. In maniera vincente.
Solo Caltagirone, tra i comuni che andranno al voto, fa registrare un cospicuo vantaggio di Gruttadauria nei confronti degli altri candidati (tra questi l’irriverente maschera della Zia Peppina). Una linea di continuità ricercata in casa centrodestra, con Gruttadauria che è il vice designato dell’uscente Ioppolo (cinque anni di mandato per lui). Pure se l’esito finale non è così scontato. Lo sfidante Roccuzzo, forte della fiducia di PD, 5stelle e sinistra, battaglierà fino all’ultimo voto.